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Referendum per le fusioni fra Comuni, la Cisl è per il sì

Dopo l'approvazione da parte della Cgil anche i rappresentanti della Cisl hanno espresso la loro opinione favorevole nei confronti del referendum che si terrà domenica 16 novembre

La Cisl sostiene il referendum sul progetto di fusione tra i Comuni di Crespano e Paderno del Grappa, su cui i cittadini saranno chiamati a esprimersi domenica 16 dicembre.

«Siamo convinti - commentano i sindacati - che il referendum sia uno strumento efficace per alimentare un franco dibattito sulle necessità organizzative e sui livelli istituzionali del nostro Paese. Inoltre, incoraggiamo la politica a proseguire sulla strada delle fusioni dei piccoli Comuni, specialmente in quelle comunità dove c’è omogeneità di tradizioni, cultura e ambiente». La Cisl ritiene che le fusioni dei Comuni rappresentino un’opportunità e un valore per il territorio e che i vantaggi siano di gran lunga superiori ai problemi e alle difficoltà da superare. Oltre ai benefici economici di breve termine, come i maggiori trasferimenti statali, le fusioni permetteranno di raggiungere migliori risultati organizzativi e di specializzazione del personale, di avviare la semplificazione burocratica, di dare luogo a economie di scala. Così pure di razionalizzare e ridurre i costi amministrativi, di gestione e di rappresentanza istituzionale e politica, i cui risparmi potranno essere impiegati proponendo servizi sempre più mirati ai bisogni della popolazione. Ma più di ogni altra cosa, secondo i sindacati, le fusioni porteranno ad avere migliori strategie di programmazione territoriale ed ambientale, maggiore sviluppo delle politiche turistiche, sportive e di marketing territoriale e maggior peso istituzionale del nuovo Comune.

«I territori di Crespano e Paderno del Grappa sono accomunati da elementi paesaggistici ed ecologici strettamente legati al massiccio del Grappa - conclude la Cisl - e già condividono diversi servizi, tutte ottime premesse per la costituzione un unico Ente comunale. Mettersi insieme non è mai facile, ma nel caso dei Comuni, soprattutto quelli piccoli, è fondamentale per il rilancio stesso della comunità e per la coesione sociale. Non basteranno leggi nazionali con incentivi sotto i 5.000 abitanti a salvare queste comunità, né tanto meno l’unione dei servizi: servono aggregazioni, economie di scala per liberare risorse ai servizi per i cittadini e migliori politiche per la popolazione».

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