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Nicola Claudio di Rai Cinema è il nuovo presidente del conservatorio Steffani

Il Ministro Gaetano Manfredi ha formalizzato, con decreto, la nomina del nuovo presidente che, dal 28 giugno, ha preso il posto della dirigente uscente Elisabetta Bastianon

Nicola Claudio, già presidente del consiglio di amministrazione di Rai Cinema e direttore della governance e segreteria societaria Rai, è il nuovo presidente del conservatorio Agostino Steffani di Castelfranco Veneto.

«Un nome di altissimo profilo che dà un ulteriore valore aggiunto al percorso intrapreso dal nostro istituto» commenta il direttore Stefano Canazza. Il Ministro Gaetano Manfredi ha formalizzato, con decreto, la nomina di Nicola Claudio a presidente del Conservatorio. Claudio si avvicenda alla presidente uscente Elisabetta Bastianon. «Sono molto contento e anche orgoglioso per questa nomina, in una istituzione prestigiosa e di eccellenza nel panorama culturale del nostro Paese come il conservatorio Steffani - commenta il neo presidente - Auspico di portare un contributo positivo e utile per consentire a questa istituzione, la cui gestione è curata con riconosciuta  qualità e competenza professionale dal direttore Stefano Canazza, di poter interagire in maniera sinergica con le diverse realtà istituzionali e culturali nazionali e in cooperazione con i soggetti pubblici e privati del territorio. Un obiettivo tanto più necessario e da consolidare nella prospettiva di un rilancio di ogni attività di tipo culturale in questa delicata fase a seguito dell’emergenza sanitaria; centrale in questa dinamica sarà il ruolo dei giovani, si tratti di talenti, affermati o da scoprire, che costituiscono una vera risorsa morale e immateriale del nostro Paese». Nicola Claudio, 54 anni, avvocato, è entrato in Rai nel 1992 con procedura pubblica e da quasi un trentennio svolge ruoli manageriali all'interno dell'azienda.

«La nomina a presidente di Nicola Claudio arriva come una sorta di premialità che ci viene riconosciuta dal Ministro – commenta Stefano Canazza, direttore del conservatorio Steffani - Siamo contenti anche per il rispetto della tempistica sul piano procedurale, il Ministro Gaetano Manfredi ha firmato la nomina a presidente di Nicola Claudio a stretto giro dall'invio della terna da parte del nostro conservatorio e in tempo utile rispetto alla scadenza. Vorrei ringraziare per il lavoro svolto e la collaborazione in questi tre anni la presidente uscente Elisabetta Bastianon, con la quale abbiamo lavorato in piena sinergia e nel rispetto dei ruoli e delle funzioni». Nicola Claudio andrà a presiedere un conservatorio che oggi è l'Università della musica di due province, la più importante istituzione per lo studio della musica nell'intero territorio della Marca e della provincia di Belluno. Affermato a livello nazionale ed internazionale, con 500 studenti iscritti, oltre 80 docenti, più di 100 percorsi di studio tra I livello e II livello, master di II livello, laboratori, master classes, oltre a progetti Erasmus con più di venticinque partner all'interno dei paese dell’unione europea ed extraeuropea, tra cui Germania, Austria, Rep. Ceca, Spagna, Portogallo, Regno Unito, Belgio, Bulgaria, Polonia, Argentina, Moldavia e Mozambico. Nel 2019 il conservatorio ha festeggiato i 50 anni di vita. Tra gli studenti Mario Brunello, Giuliano Carmignola, Inès Salazar, Andrea Marcon, Francesca Dotto, Claudia Pavone, Alessandro Cappelletto, Alberto Mesirca, Giancarlo Andretta e molti altri ancora. Grazie all'accordo di programma con la Camera di Commercio di Treviso e Belluno, il conservatorio trevigiano firma più di 150 concerti annuali nel territorio delle province di Treviso e Belluno. «La nomina di Nicola Claudio-conclude il direttore Stefano Canazza- arriva come un grande valore aggiunto a conferma che stiamo lavorando nella giusta direzione: un conservatorio di musica attento sì alla didattica, alla produzione e alla ricerca ma senza dimenticare il ruolo e il progetto culturale, nonché formativo e di avviamento alla complessa e prestigiosa professione artistica, in sinergia e in collaborazione con il contesto territoriale nel quale questa istituzione superiore universitaria opera e che simbioticamente ha l’obbligo di valorizzare».

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