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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Case di riposo, i sindacati: «Serve una task force per metterle in sicurezza»

Paolino Barbiero e Ivan Bernini, segretari generali di Spi e Fp Cgil di Treviso, lanciano un importante appello chiedendo di definire al più presto linee comuni di intervento

«Le Ipab del nostro territorio sono parte integrante e fondamentale del nostro sistema socio sanitario regionale. Per fare fronte all'emergenza e contenere il diffondersi dei contagi bisogna creare un fronte comune, intensificare le sinergie di sistema, uniti e consapevoli che questo è il momento delle soluzioni in emergenza e non delle polemiche».

A dirlo a gran voce sono i Segretari generali di SPI e FP CGIL di Treviso, rispettivamente Paolino Barbiero e Ivan Bernini. «Per questo chiediamo la costituzione immediata di una task forse tra Ulss 2, coordinamenti distrettuali dei Centri di servizi, Conferenza dei sindaci e di distretto, sindacati,  al fine di monitorare la situazione, e la sua gravità, adoperandosi subito per prendere in carico le criticità e gettare le basi delle azioni da metter in campo nei prossimi giorni per contenere il contagio, tutelare la vita degli ospiti e la salute dei lavoratori, nonché delle loro famiglie – chiedono i vertici di SPI CGIL e FP CGIL trevigiani. Serpeggia sempre più forte quella che non è più solo una preoccupazione ma una vera angoscia: le direzioni degli istituti residenziali della Marca sono in evidente difficoltà, e non sempre sono nelle condizioni di osservare le disposizioni individuate dalle direttive regionali. Non tutte, infatti, pensiamo a quelle di minori dimensioni, hanno la possibilità di creare delle zone di isolamento secondo criteri di sicurezza e di raccomandazione. Inoltre – aggiungono i sindacalisti –, diverse realtà in questi giorni si trovano già a fare i conti con la riduzione degli organici in conseguenza a malattie, agli isolamenti domiciliari fiduciari per potenziale contatto col virus, oltre che del passaggio di personale alle Ulss, a seguito della vincita dei concorsi.

Quello che serve è un vero e proprio piano d’attacco, un protocollo condiviso che contempli la garanzia della salute degli ospiti, le necessità di lavorare in sicurezza del personale, con tutti i dispositivi del caso. Dobbiamo assicurarci che il sistema non collassi – affermano Barbiero e Bernini –, che le strutture reggano all'eventuale urto. La task forse è indispensabile per mettere a fuoco la situazione e trovare la strada da percorrere, sia questa la creazione di strutture ad hoc, Covid-19 dedicate, come è stato fatto nella Sanità, sia la possibilità di trovare soluzioni rispetto al reclutamento di personale. Quest’ultima anche siglando convenzioni di urgenza con il mondo cooperativo, incentivando i lavoratori a mettersi a disposizione attraverso integrazioni salariali di parificazione ai contratti in uso in queste strutture. Mai come oggi – sottolineano richiamando le Istituzioni dalla Cgil – serve massima collaborazione tra Regione, Comuni, Ulss e Sindacato nell'affrontare una situazione straordinaria che non ha precedenti»..

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