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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Aumentano del 4% le presenze nella Marca trevigiana, Caner: «Territorio da scoprire»

Nel 2019 la provincia di Treviso ha segnato il nuovo record di presenze turistiche, per un'area bellissima di cui ci si innamora facilmente

“Crescono gli italiani mentre gli stranieri diminuiscono di poco nel numero ma non nei pernottamenti: il saldo continua a essere positivo e, come preannunciato qualche mese fa, nel 2019 la provincia di Treviso ha segnato il nuovo record di presenze turistiche. A conferma che è un territorio ancora da scoprire, ma di cui ci si innamora facilmente”. L’assessore regionale al turismo comunica così i dati definitivi dei flussi turistici nella Marca trevigiana dello scorso anno, raccolti ed elaborati dall’Ufficio di Statistica della Regione del Veneto, che parlano di un incremento dello 0,4% degli arrivi e del 3,9% delle presenze rispetto al 2018.

“Dal 2015 stiamo registrando una crescita costante di interesse per l’offerta sia della città di Treviso che del suo territorio provinciale, ma il dato che emerge più evidentemente è quello relativo al settore extralberghiero – sottolinea l’assessore Federico Caner – bed&breakfast, case per ferie, alloggi turistici e in minor misura agriturismi, nel loro insieme hanno incrementato notevolmente sia gli arrivi, +6,9%, sia le presenze, +10,2%, rispetto ai precedenti dodici mesi, contribuendo in maniera determinante all’ottimo risultato complessivo conseguito. In queste strutture ricettive è aumentata sia la clientela italiana, +10,5% di presenze, sia quella straniera, +9,9%, e se si esamina l’andamento degli ultimi cinque anni, l’extralberghiero ha registrato un vero e proprio boom, crescendo percentualmente del 68,1 negli arrivi e del 71,7 nelle presenze”.     

“Anche l’alberghiero chiude l’annata con segni più – prosegue l’assessore regionale – il –1,5% delle presenze straniere viene compensato dal +3,2% di quelle italiane, registrando una variazione complessivamente positiva dello 0,6%. Una riflessione, su questo che a mio avviso deve essere colto come un segnale da non trascurare, va fatta: è necessario investire sulla qualità delle strutture e dei servizi e sulla professionalità delle diverse figure appartenenti alla filiera del turismo. Questo vale per Treviso come per tutto il Veneto, perché i dati maggiormente negativi, qui come altrove, riguardano soprattutto gli alberghi con poche stelle, con una classificazione bassa, a conferma che il mercato premia l’offerta qualificata, in grado di soddisfare i segmenti più evoluti della domanda”.       

Per quanto riguarda le provenienze di chi pernotta nelle strutture ricettive della Marca, tra gli italiani i più numerosi sono i veneti e i lombardi, tra gli stranieri i tedeschi, i cinesi e gli statunitensi: mentre i primi due sono diminuiti rispetto al 2018 del 3% e del 3,7%, questi ultimi sono cresciuti del 15,3%. Un focus, infine, è stato fatto dall’Ufficio regionale di Statistica sul movimento turistico nelle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dal luglio scorso iscritte  nella lista dei paesaggi culturali da tutelare come patrimonio dell’umanità. Nei 29 Comuni dell’ottavo sito veneto dell’Unesco si sono registrati oltre 186 mila arrivi e 445 mila presenze nel 2019, rispettivamente +1,1 e +1,8 rispetto all’anno precedente.

“È un’area dalle grandi potenzialità turistiche ancora inespresse sulle quali dobbiamo lavorare – conclude l’assessore – e che adesso, grazie soprattutto all’intuizione e alla determinazione del presidente della Regione, principale artefice del riconoscimento Unesco, ha acquisito una visibilità e un’attenzione in ambito internazionale. Se il Prosecco è uno dei vini più conosciuti e apprezzati al mondo, pochi conoscono la bellezza e la suggestione dei 97 chilometri quadrati di declivi vitati e di borghi della Sinistra Piave tra Conegliano e Valdobbiadene. L’impegno al quale siamo attesi tutti, abitanti, imprenditori e istituzioni, è quello di sviluppare e promuovere un turismo emozionale ed esperienziale che privilegi nettamente la qualità alla quantità, che faccia della salvaguardia di questo microcosmo unico per storia, cultura e tradizione rurale il motivo stesso di una visita e di un soggiorno. Arrivo quasi a dire che se il successo del Prosecco dipende dalla diffusione, quello delle terre da cui nasce non può prescindere dalla selezione di un turismo attento, curioso ed educato”.  

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