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Decreto sicurezza, il sindaco Conte tuona contro l'Anci

Il primo cittadino di Treviso ha criticato duramente i sindaci dell'Associazione nazionale comuni italiani intenzionati a disapplicare il Decreto Salvini definendolo "anti-costituzionale"

Scoppia la polemica sul Decreto sicurezza tra i sindaci di molti comuni italiani e il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Nelle scorse ore il primo cittadino di Treviso, Mario Conte, andando controcorrente ha subito preso una posizione forte e decisa sulla questione schierandosi al fianco del vicepremier e criticando duramente i sindaci dell'Anci, l'Associazione nazionale comuni italiani.

«Ho saputo che i primi cittadini Leoluca Orlando (Palermo), Dario Nardella (Firenze), Luigi De Magistris (Napoli) e Federico Pizzarotti (Parma), particolarmente inseriti nelle dinamiche e nei processi decisionali di Anci, hanno definito una legge firmata e promulgata dal Presidente della Repubblica come “criminogena e disumana”, “che puzza di razziale”, un “ricatto” e “contro la Costituzione” e, per questi motivi, da non applicare nei rispettivi territori - commenta il sindaco di Treviso - Tale presa di posizione rappresenta una mancanza di rispetto sia nei confronti della Corte Costituzionale, organo di garanzia costituzionale a cui è demandato il compito di verificare la conformità delle leggi, sia nei confronti dello stesso Sergio Mattarella, che della Costituzione è garante. Essendo i sindaci succitati appartenenti all'area di sinistra, mi chiedo dunque se Anci sia ancora un’associazione rappresentativa di tutti i Comuni e delle amministrazioni che li guidano, a prescindere dagli schieramenti politici, o se, al contrario, sia diventata un’associazione di partito. Per questi motivi, chiedo con fermezza al presidente Antonio Decaro di prendere le distanze dalle dichiarazioni faziose e irrispettose delle istituzioni rilasciate dai sindaci e di chiarire una volta per tutte la posizione di Anci. In caso contrario, valuterò con gli altri sindaci della Lega – dei quali mi farò portavoce -  una profonda riflessione e una seria verifica con i vertici del partito sul nostro ruolo all'interno di Anci. 

«Ritengo il Decreto Salvini uno strumento efficace che, a Treviso, ha portato soltanto benefici. Fra l’altro, la nostra città è stata la prima in Italia in cui tale provvedimento è stato applicato, con le espulsioni di spacciatori e clandestini. Il Decreto si sta dimostrando assolutamente irrinunciabile per garantire la sicurezza dei cittadini, ristabilire l’ordine con strumenti e dotazioni per le Forze dell'ordine e per difendere i nostri confini dall’incertezza, dai business sulla pelle dei migranti e dalla criminalità». Con queste parole il sindaco di Treviso ha dato pubblicamente il suo appoggio al Ministro dell'Interno Salvini sulla questione del Decreto sicurezza, criticato in questi giorni da molti Comuni italiani. «I sindaci che ne annunciano la sospensione o la disapplicazione stanno portando avanti una mera strumentalizzazione politica o, molto probabilmente, sono nostalgici della gente lasciata a bighellonare per le strade e nei parchi a spacciare sostanze stupefacenti ai ragazzini. I cittadini hanno già dovuto sopportare il lassismo della sinistra per anni e alle urne si sono chiaramente espressi a favore delle politiche del ministro Matteo Salvini. Chi non applica il Decreto Sicurezza è da ritenersi un fuorilegge. Per questo motivo, invito il presidente Anci Antonio Decaro a prendere le distanze da queste mere logiche partitiche» conclude il primo cittadino.

Anche il segretario nazionale della Lega–Liga Veneta Gianantonio Da Re ha voluto commentare la notizia con queste dichiarazioni: «Ribelli? Macché, i sindaci del Pd si sono inventati questa “disobbedienza” per avere un po’ di notorietà sui giornali. Si leggano sul serio il Decreto sicurezza, pensino, piuttosto, al bene dei cittadini e si mettano a lavorare seriamente per loro. Se, invece, preferiscono favorire alla loro gente gruppi di stranieri irregolari, vengono meno al patto di lealtà sottoscritto al momento dell’elezione. In quanto sindaci hanno il preciso dovere di garantire la sicurezza e l’ordine nelle città che amministrano e la smettano di anteporre le loro ambizioni politiche al bene comune. Lo dico da segretario di un Movimento che pensa al territorio e da ex sindaco: qui non c’è posto per il caos e l’illegalità. Se questi sindaci del Pd intendono rifiutarsi di rispettare la legge ed il Presidente Mattarella, saranno chiamati a risponderne non solo legalmente ma davanti a tutti gli italiani che chiedono sicurezza e rispetto delle regole».

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