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Addio al professor Giuseppe Bevilacqua, germanista amante del Romanticismo

Era nato a Treviso e aveva 93 anni. Allievo di Ladislao Mittner, ha svolto la sua onorata carriera all'Università di Firenze insegnando anche a Venezia e Tubinga, in Germania

Lo storico della letteratura, scrittore e traduttore Giuseppe Bevilacqua, insigne germanista specialista dell'età del Romanticismo che in tarda età ha coltivato la passione narrativa e poetica, è morto in ospedale a Firenze all'età di 93 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato oggi dall'Università di Firenze, dove per oltre un trentennio ha ricoperto il ruolo di professore ordinario di lingua e letteratura tedesca.

Nato nel capoluogo di Marca il 22 settembre 1926 e formatosi all'Università di Padova, Bevilacqua è stato lettore all'Università di Tubinga e, in seguito, assistente dell'illustre germanista Ladislao Mittner all'Università Cà Foscari di Venezia, per poi passare all'Ateneo fiorentino. Bevilacqua è stato, in particolare, profondo studioso di Paul Celan, delle cui opere ha curato diverse edizioni per Einaudi e Mondadori (nel 1984 ha vinto il Premio Mondello per la traduzione di 'Luce coatta e altre poesie postume' edito da Mondadori). Ha poi indagato il legame tra poesia e follia in Friedrich Hölderlin.

Membro della Deutsche Akademie fur Sprache und Dichtkunst e dell'Accademia 'La Colombaria' di Firenze, Bevilacqua è stato anche narratore: suoi i romanzi "L'alzata di Meissen" (Moindadori, 2014) e "Villa Gradenigo" (Einaudi, 2011, Premio Comisso), la raccolta poetica "Un pennino di stagno" (Il Ponte del Sale Edizioni 2005, a cura di Andrea Zanzotto) e il libro di memorie "Pagine di un lungo diario" (Le Lettere, 2015).

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