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Donne e salute: il tumore al seno prima causa di morte al di sotto dei 50 anni

Prevenzione e diagnosi precoce del tumore al seno e alla prostata: se ne parlerà lunedì alle 18.30 a Treviso con gli esperti della Casa di Cura “Giovanni XXIII”

La diagnosi precoce del tumore al seno cambia il destino delle donne. Perché oggi Il problema non è avere o non avere il tumore al seno ma riuscire a capire che c'è in tempo utile per curare e guarire. Oggi, nella maggioranza dei casi, si può guarire dal tumore al seno ma deve essere trovato in tempo utile. Per questo bisogna essere competenti precisi e avere le migliori tecnologie a disposizione. Della necessità di sottoporsi in modo costante e periodico all’esame strumentale delle mammelle, così come all’esame dell’antigene prostatico specifico (psa) per individuare rischi di tumore rispettivamente al seno e alla prostata si parlerà lunedì alle 18.30 presso il Centro Direzionale di Centromarca Banca, a Treviso in via Selvatico 2 con due esperti del settore. Il dottor Francesco Di Toma, Primario di Radiologia e Senologo e il dottor Carmelo Morana Primario di Urologia della Casa di Cura “Giovanni XXIII” di Monastier a Treviso.

Il tumore alla mammella è la prima causa di morte nelle donne sotto i 50 anni, e tra i 50 e 70, e sopra i 70. La maggior parte di queste donne può essere curata e guarita. Bisogna però che la donna si presenti e che riesca a trovare delle strutture attrezzate con personale competente ed adeguato. L'età media si sta sempre più abbassando. Troppo spesso donne al di sotto dei 40 anni, quindi prescreening, magari con figli e bambini piccoli, si ritrova ad avere una diagnosi tardiva. Importante è l'autodiagnosi ma non sempre questa è sufficiente. Ci sono dei tumori che non fanno nodo, si sviluppano a rete all'interno delle mammelle e non si sentono. Possono essere individuati solo attraverso gli strumenti. Ci sono altri campanelli d'allarme oltre al nodulo: la secrezione spontanea del capezzolo monorifiziale o la retrazione cutanea o un infossamento del capezzolo. L'importante è che la donna, che conosce il proprio corpo, riesca ad individuare in tempo questi cambiamenti. Purtroppo in età fertile si hanno dei cambiamenti alle mammelle, dovuti alla stimolazione del ciclo mestruale, quindi non sempre la donna riesce a capire le differenze tra quelli che possono essere i cambiamenti normali e i cambiamenti patologici. Per questo motivo è importante fare un controllo con strumentazione adeguata, una volta all'anno.

A partire dai 40 anni, e se ci sono dei fattori di rischio particolari (familiari, genetici), si deve iniziare anche prima. Tre gli strumenti a disposizione: il primo sono le radiazioni ionizzanti con il mammografo in 3D con la tomo sintesi. Strumentazione molto sofisticata, presente alla Casa di Cura “Giovanni XXIII” che consente di vedere cose che un tempo, anche solo 10 anni fa, non vedevano. Il secondo strumento è l'ecografo. Ci sono ecografi nuovi, di ultima generazione, con sonde ad elevatissima frequenza da 18 a 24 megahertz – come quelli presenti a Monastier- che consentono di vedere cose molto piccole. “Mettendo insieme mammografia ed ecografia, a questi livelli, la diagnosi precoce quasi sempre è possibile – ci dice il dottor Francesco Di Toma primario di Radiologia e senologi di Monastier-. Dopodiché abbiamo un terzo strumento che è la risonanza magnetica delle mammelle con mezzo di contrasto che ci consente di chiarire meglio l'estensione, la precisione e la sede e l'eventuale patologia in funzione di un intervento chirurgico per togliere la malattia e curare e quasi sempre poter guarire”.

Importante dunque fare controlli periodici, sia per la donna per prevenire il tumore al seno come per l’uomo per prevenire quello alla prostata. La “Giovanni XXIII” è uno dei pochi centri in Veneto a effettuare la misurazione del dosaggio di tPSA, del fPSA e del 2proPSA. Dispone inoltre della tecnologia FUSION per agobiopsia guidata prostatica e un reparto di chirurgia urologica dotata ormai da parecchi anni del Robot “Da Vinci” tanto da collaborare l'unità robotica urologica dell'University of Illinois di Chicago. Il robot “Da Vinci” è un tipo di chirurgia molto evoluta che consente di ridurre al minimo le complicanze post operatorie sia a breve termine, come il sanguinamento e l’emorragia, ma anche complicanze definitive come l’incontinenza e l’impotenza. Il tumore della prostata è attualmente, in Veneto, la neoplasia più frequente tra i soggetti di sesso maschile e rappresenta quasi il 21% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni di età. Stando infatti ai dati rilevati dal Registro Tumori nel Veneto nel 2015, nella nostra regione, sono stati diagnosticati 3394 casi di tumore alla prostata pari al 21% della popolazione maschile e al 11% della popolazione totale maschi più femmine. La fascia maggiormente colpita è quella che va dai 70 anni in su.

In ambito regionale suddiviso per ULSS, nel 2015 l'Unità Sanitaria Locale che ha riscontrato un valore superiore a quello medio regionale (141,6) è stata l’ULSS 8 Berica con 191,3, a scendere l’ULSS 2 Marca Trevigiana con 154,2, l’ULSS 6 Euganea con 146,1, l’ULSS 4 Veneto Orientale con 142,0. Sono sotto la media regionale l’ULSS 7 Pedemontana con 136,4, l’ULSS 9 Scaligera con 130,6, l’ULSS 5 Polesana con 127,2, l’ULSS 1 Dolomiti con 122,7 mentre l’ULSS veneta che riscontra il minor numero di tumori alla prostata è l’ULSS 3 Serenissima con 115,2 casi riscontrati nel 2015. Lìncidenza del carcinoma prostatico ha mostrato un trend in crescita fino al 2003, in concomitanza della maggiore diffusione del testo del PSA quale strumento per la diagnosi precoce dei casi prevalenti, e successivamente un andamento in diminuzione. Nel 2016 i nuovi casi sono stati circa 35.000 La “Giovanni XXIII”, all’avanguardia in tema di prevenzione, dispone della tecnologia FUSION per agobiopsia guidata prostatica e un reparto di chirurgia urologica dotata ormai da parecchi anni del Robot “Da Vinci” tanto da collaborare l'unità robotica urologica dell'University of Illinois di Chicago. Il robot “Da Vinci” è un tipo di chirurgia molto evoluta che consente di ridurre al minimo le complicanze post operatorie sia a breve termine, come il sanguinamento e l’emorragia, ma anche complicanze definitive come l’incontinenza e l’impotenza.

L'incontro, aperto a tutta la cittadinanza e ad ingresso libero, rientra nell’ambito delle iniziative che CentroMarca Banca organizza periodicamente per Soci e Clienti al fine di sensibilizzarli alla prevenzione e al “volersi bene” curandosi in modo adeguato. Valori in cui credono CentroMarca Banca e la Casa di Cura Giovanni XXIII Monastier di Treviso.

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