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Mercato settimanale di Montebelluna: pochi avventori e norme di sicurezza rispettate

Parcheggi liberi ovunque e affluenza minima, tanto che il mercato è stato chiuso già alle 12.40. Presenti sul posto sia la protezione civile che la polizia locale per i controlli

Due sono gli aspetti che rilevano sul tema del mercato che mercoledì mattina si è svolto a Montebelluna. Il primo è rispetto del decreto del presidente del Consiglio dei ministri dell’8 marzo scorso che pone una serie di limitazioni alle attività commerciali ma non le vieta. Nel caso specifico dei mercati cittadini è previsto che siano chiusi solo il sabato e la domenica. E questo per la ratio che al sabato e alla domenica, essendoci più persone a casa da lavoro, si rischia di avere un’eccessiva concentrazione di persone, quindi il DPCM intende permettere agli ambulanti la possibilità di fare attività durante la settimana anche per evitare il loro collasso economico.

Similmente è consentito ai ristoranti e ai bar di essere aperti dalle ore 6 alle ore 18 e queso a servizio di chi si muove per lavoro e ha bisogno di mangiare. Dopo le 18 invece vi è il divieto affinché la gente rimanga a casa. Il secondo aspetto è quello che già nelle ultime giornate di mercato, l’afflusso di pubblico si era ridotto di moltissimo e, come era prevedibile, mercoledì vi è stato un’ulteriore drastica diminuzione di fruitori, tanto che la Protezione civile e la Polizia locale attivate per evitare che si creassero assembramenti, hanno potuto assistere con tranquillità al corretto svolgimento delle attività mercatali. Mercoledì, inoltre, si poteva parcheggiare ovunque perché gli avventori erano soprattutto locali: del resto era prevedibile dato che il DPCM prevede che gli spostamenti – specie se fuori territorio Comunale – devono avvenire solo in caso di comprovata necessità.

!La contenuta affluenza ha fatto sì che già alle 12.40 il mercato fosse sciolto - fanno sapere dal Municipio - Il Comune è chiamato a rispettare la fonte normativa del DPCM che autorizza i mercati durante la settimana ma in queste condizioni è lecito porsi la domanda se ne abbia senso lo svolgimento in termini anche economici, non solo di salute. Il rigore non deve tradursi in panico, così come va evitato l’altro estremo della sottovalutazione. La crisi non deve indurre irrazionalità ingiustificate che diffondono il panico che non è utile per gestire l’emergenza ed anzi genera effetti paradossali in una direzione o nell’altra. Si pensi a come è scomparsa dal faro dell’opinione pubblica in questo mese la battaglia dei No-Vax".

Mercato ore 12.46-2

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