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Arbitri in lutto: è morto Athos Favaro

La sezione di Treviso piange in queste ore la scomparsa di una delle sue figure storiche. Favaro era stato premiato dal Coni con la Stella di bronzo al merito. Era una vera istituzione

Una notte fredda, un evento doloroso per la sezione arbitri di Treviso che ha avuto la fortuna di poter condividere insieme a lui un lungo percorso umano e sportivo. Athos Favaro è morto nella notte tra il 19 e il 20 novembre.

Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo lo ricorda prima di tutto come un amico e consigliere di tanti. Arbitro di spessore che ha raggiunto la Casp e ha espresso la sua passione con estrema professionalità operando alla Can A e B come assistente con numerose partite in curriculum. Un decisore, un dirigente che ha ricoperto importanti cariche sezionali, con un occhio di riguardo alla crescita dei giovani. Un impegno fuori dal terreno di gioco che l'ha visto protagonista per vent'anni nel ruolo di consigliere (1960-1978 e 1984-1986), sette come vicepresidente (1971-1978) e dodici come tesoriere. Athos, diretto e chiaro, ha sempre unito la fermezza con un lato umano passionale verso la Sezione, gli amici, gli arbitri, la vita.

Un amore, quello per l'arbitraggio, scoccato nel 1954, un tempo lontano per molti ma indelebile nella sua mente, come ha avuto modo di commentare meno di un anno fa nel video del 90° anniversario della Sezione trevigiana. Un'epoca in cui le partite da arbitrare erano innumerevoli, la comodità un lusso, e solo la passione guidava l'attività dei fischietti. Un legame, quello con la “Giacchetta nera”, che ha portato avanti in più di 60 anni di appartenenza all'A.I.A. diventando arbitro benemerito. Una carriera enfatizzata nel 2018 con la consegna della targa ricordo da parte del presidente dell'Associazione italiana arbitri, Marcello Nicchi. Uomo di sport da sempre, è stato premiato dal Coni con la Stella di bronzo al merito sportivo nel 2013, segno indelebile del percorso che ha compiuto nella sua vita arbitrale. Un degno riconoscimento per chi è sempre riuscito ad emozionarsi al fischio d'inizio di ogni incontro, facendo crescere giovani arbitri e ricordando sempre che prima di tutto sia necessario essere veri uomini. Il suo motto è sempre stato “Ricordatevi che la Sezione vi ritornerà sempre più di quanto avrete dato”. Poche parole, semplici e riconoscenti verso una famiglia a cui ha dato tanto, e che oggi si stringe attorno a un uomo sensibile e carismatico, che ha lasciato un segno indelebile.

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