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Multato mentre rientra a casa, fa ricorso al governatore Zaia

L'uomo, un 46enne, stava tornando alla propria residenza in provincia di Vicenza dopo aver lasciato il domicilio a Farra di Soligo. Interviene l'avvocato Matteo Moschini

Non ha i soldi per pagare l'affitto e devo fare un tampone presso la Asl di residenza ma viene multato dai carabinieri. E' successo a S.M., un uomo di 46 anni residente a San Vito di Leguzzano, in provincia  di Vicenza, fermato in provincia di Treviso da una pattuglia il 4 aprile scorso. L'uomo, a cui è stata elevata una sanzione di 370 euro (se pagata entro 30 giorni dalla contestazione), in realtà si stava allontanando dal proprio domicilio, a Farra di Soligo, in quanto disoccupato.

«Non aveva i soldi per pagare l'affitto - spiega il suo legale, l'avvocato Matteo Moschini - e quindi si è visto costretto a lasciare la casa e tornare nell'abitazione dei genitori, in cui peraltro aveva la residenza. Inoltre un medico a cui si era rivolto gli aveva prescritto un tampone per il Covid 19 a causa di un forte stato febbrile che si accompagnava al mal di testa e raffreddore ma lo aveva avvisato che la prescrizione avrebbe dovuto farla il suo medico di base. Faremo ricorso al Presidente della Regione - continua il legale -  nonostante tali circostanze, ampiamente descritte ai Carabinieri, gli stessi ritenevano di elevare comunque la sanzione. Quanto accaduto è di una gravità inaudita; a tacere delle modalità con cui il Governo ha ristretto e limitato la libertà dei cittadini italiani, appare evidente che le motivazioni addotte dal cittadino erano valide e fondate e avrebbero dovuto indurre i Carabinieri a soprassedere e a non elevare alcuna contravvenzione. Valuteremo anche se procedere nei confronti dei Carabinieri per quello che appare un abuso. Il Governo italiano - conclude Moschini - ha previsto le note restrizioni e limitazioni della libertà personale con alcuni Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) e non con legge ordinaria. Ma si tratta di un amministrativo che non ha forza di legge ed è norma di rango secondario, volta a dare attuazione e/o regolamentazione a norme di rango primario e con esso non è consentito derogare né alle leggi ordinarie né tantomeno alla Costituzione. Troviamo estremamente preoccupante la circostanza per cui si è gravemente ristretta e limitata la libertà personale dei cittadini italiani con i D.P.C.M.. Per quanto la ratio di tali provvedimenti possa apparire corretta in seno all’esigenza di contenimento della diffusione del Covid-19, da un punto di vista strettamente giuridico l’utilizzo dei Dpcm rappresenta, a nostro giudizio, un grave abuso. E’ pertanto ragionevole ritenere che tutte le sanzioni irrogate in base a tali Dpcm possano essere annullate».

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