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Giovedì, 28 Marzo 2024
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«La pensione di cittadinanza? Un grande bluff»

In Veneto l'ha richiesta con successo un anziano "povero" ogni cento. Da marzo le domande valide in tutta la Regione sono poco più di quattromila. La denuncia dei sindacati

Gli oltre 407 mila pensionati veneti con una età superiore ai 67 anni e un assegno previdenziale inferiore ai 780 euro lordi mensili (esclusi gli invalidi civili) devono aver tirato un grande sospiro di sollievo quando, ancora in piena luna di miele col Paese, il governo gialloverde annunciava l'aumento delle pensioni minime (attualmente di poco superiori ai 500 euro mensili) fino appunto alla soglia dei 780 euro.

Un annuncio lanciato a margine del reddito di cittadinanza e da molti considerato una vera e propria manna dal cielo. Risultato? Le norme e i requisiti incredibilmente stringenti e ferrei, stanno rendendo pressoché inutile questa misura anti-povertà. Tanto che secondo le prime stime effettuate dallo Spi Cgil del Veneto elaborando i dati dell’Inps e quelli provenienti dal sistema servizi della Cgil regionale, attualmente solo poco più di 4 mila pensionati (meno dell’1% dei 407 mila over 67 veneti con assegni inferiori ai 780 euro mensili) hanno richiesto la pensione di cittadinanza, avendone i requisiti. Di questi, un migliaio ha presentato la domanda attraverso il Caaf Cgil del Veneto. Come già sapevamo i beneficiari della pensione di cittadinanza sono anche nella nostra regione un numero limitatissimo – spiega Giuseppe di Girolamo, della segreteria Spi Cgil del Veneto con delega alla previdenza – È una misura che non aiuta i nostri anziani i quali avrebbero bisogno di ben altri provvedimenti. In ogni caso è importante sottolineare che per chi rientra nei requisiti non ci sarà un aumento a 780 euro delle pensioni minime. In realtà l'importo dell'assegno resterà sempre lo stesso. I pochissimi beneficiari avranno un contributo che integrerà la propria pensione fino a portarla a 780 euro». I limiti per ottenere la pensione di cittadinanza, insomma, sono così variegati e rigorosi da far bollare il provvedimento con il titolo di un vecchio programma televisivo di intrattenimento: il grande bluff. «E proprio di questo si tratta - conferma Di Girolamo - Calcolare quanti saranno i beneficiari è una impresa perché ci sono talmente tanti paletti da rendere quasi impossibile accedere al beneficio. I calcoli risultano davvero difficili ma dalle nostre proiezioni risulta evidente la sterilità del provvedimento. In ogni caso dai nostri territori i numeri che arrivano sono impietosi. L'altro giorno in una lega del Veronese su cinque richieste di pensione di cittadinanza, solo una è stata presa in considerazione a non è detto che alla fine vada in porto. La propaganda, che funziona così bene in fase pre-elettorale e subito post-elettorale, si scioglie come neve al sole quando le politiche annunciate in modo pomposo si rivelano solo fuochi di paglia. Servono misure strutturali concrete che diano davvero respiro alle persone anziane e soprattutto i governi devono smetterla di usare i pensionati come il proprio bancomat come fatto ripetutamente con le rivalutazioni. Già questo sarebbe un segnale concreto capace di dare dignità e giustizia ai nostri pensionati».

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