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Le calciatrici devono lavorare: niente semifinale per il Permac Vittorio Veneto

La squadra di calcio femminile ha dovuto rinunciare alla semifinale di ritorno di Coppa Italia perché la squadra avversaria non ha voluto posticipare la partita al fine settimana

Come già anticipato a suo tempo al Dipartimento, l’Asd Permac Vittorio Veneto ha confermato nelle scorse ore di non essere in grado di disputare la partita di ritorno della semifinale di Coppa Italia Serie C contro Riozzese, in programma mercoledì 17 aprile.

Gli impegni lavorativi di troppe ragazze non consentito alla squadra di affrontare la trasferta in terra lombarda. Già per i quarti di finale la società era stata costretta ad una trasferta massacrante a Genova un mercoledì lavorativo (partenza alle 5 di mattino, con rientro alle 3 di notte), anche in quell’occasione con numerose assenze. Per evitare che questo disguido tornasse a ripetersi la società aveva chiesto nei giorni scorsi lo spostamento della partita d'andata dal sabato alla domenica e lo spostamento della partita di mercoledì al sabato pre-pasquale. Dopo il sorteggio, il Permac aveva provveduto subito al cambio giornata della gara d'andata, facendo anticipare il maschile al sabato per aver libero il campo alla domenica, e rispettare l’impegno preso. Per il ritorno, però, non c’è stata la stessa disponibilità da parte della squadra avversaria a spostare la partita.

«Ci rammarica moltissimo di dover prendere la decisione di non prendere parte all’incontro - commenta la società - Una sconfitta per lo sport in generale e soprattutto per il movimento e la crescita del calcio femminile. Non si può costringere ragazze che studiano e lavorano ad impegni infrasettimanali di tale importanza. È stato deprimente, commovente e molto, molto doloroso, guardare negli occhi in lacrime le ragazze costrette a dare forfait. Sentendosi queste quasi colpevoli con la loro assenza (solo perché costrette ad andare a lavorare e non alla partita), di aver infranto il sogno delle compagne di giocarsi un traguardo storico, sudato e combattuto tutto l’anno…o tutta la vita. Speriamo almeno che questo sacrificio posso essere utile in futuro ad una maggiore attenzione, considerazione e soprattutto rispetto per questo meraviglioso mondo chiamato calcio femminile ed alle sue splendide, appassionate protagoniste».

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