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Prostituzione: dal Veneto una proposta di legge per riaprire le case chiuse

Ispirandosi al modello della Svizzera, la Regione ha iniziato a prendere in esame la proposta di legge per regolarizzare la prostituzione. Sarà obbligatoria la riservatezza sui clienti

Sessantun anni fa la veneta Lina Merlin aveva messo fine all'esistenza delle case chiuse in Italia, introducendo i reati di sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione. Una legge che negli anni ha sempre sollevato polemiche e pareri contrastanti.

Come riportato da "Il Gazzettino di Treviso" sembra però che proprio il Veneto, terra natale di Lina Merlin, stia valutando in questi giorni una nuova proposta di legge per regolamentare la prostituzione e favorire l’attività in casa. Ispirandosi al modello della Svizzera, dove la prostituzione è una professione legalmente riconosciuta già dal 1942, il Veneto sta prendendo in considerazione l'ipotesi di creare un vero e proprio albo delle prostitute a cui le mestieranti dovranno iscriversi diventando libere professioniste a tutti gli effetti. Gli obblighi saranno quelli di emettere regolare fattura, mantenere il riserbo sull'identità dei clienti e sottoporsi a costanti accertamenti di idoneità sanitaria. La proposta arriva dal consigliere regionale Antonio Guadagnini (del gruppo politico Siamo Veneto) ha depositato nelle scorse ore il progetto di legge regionale. Nelle prossime ore la legge verrà discussa dalla commissione preposta per poi approdare in consiglio regionale. Il consigliere spiega come «oggi in Italia si prostituiscano oltre 70 mila donne, la metà di queste immigrate. Molte sono minorenni e altre duemila vengono sfruttate e sono alla mercé degli schiavisti. Il 65% di loro lavora in strada senza alcuna forma di protezione. Sono numeri che ci devono far riflettere di come questa situazione non sia più accettabile».Guadagnini prosegue poi ricordando come «Il giro d’affari della prostituzione è stimato in 25 miliardi di euro, con 9 milioni di clienti all'anno. Ciò significa che se questi 25 miliardi venissero fatturati, ci sarebbero introiti fiscali miliardari per lo Stato. Un libero professionista subisce una pressione fiscale per più di metà del suo reddito. Oltre a legalizzare la prostituzione il progetto di legge prevede delle modifiche al codice penale inasprendo le norme esistenti tra cui l'ergastolo per chi sfrutta la prostituzione minorile con multe fino a 500 mila euro e 15 anni di reclusione e fino a 100 mila euro di multa per chi istiga e costringe alla prostituzione». Il progetto di legge si compone di 15 articoli, tra i punti salienti il fatto che l'attività possa essere eseguita in forma associata, previo il regolare pagamento delle tasse. Per tutte le prostitute l'iscrizione all'albo dovrà essere obbligatoria e tra le finalità del progetto c'è anche la riapertura delle case chiuse come luogo tutelato dove esercitare la professione. Se la proposta sarà approvata dalla Regione si passerà all'esame del Parlamento che dovrà valutare se approvare la legge in via definitiva e su scala nazionale.

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