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Perseguitava un ex assessore, niente carcere per Sabrina Buran

La donna era accusata di stalking nei confronti dell'ex assessore provinciale Mirco Lorenzon. La Corte d'Appello le ha ridotto la condanna da 1 anno a 8 mesi e concesso le attenuanti generiche

Almeno non andrà in prigione Sabrina Buran, la 47enne finita a processo accusata di stalking nei confronti dell'ex assessore provinciale Mirco Lorenzon.

La Corte d'Appello di Venezia ha infatti ridotto la pena inflitta alla donna, 8 mesi invece che un anno, e soprattutto ha accordato alla Buran le attenuanti generiche. In prima grado a Treviso, invece, la condanna era stata senza la sospensione della pena.
Sabrina Buran era accusata di stalking nei confronti dell'ex esponente delle Lega ed era sottoposta alla misura del divieto di avvicinamento. A incastrare la donna era stati alcuni video, registrati dalla fotocamera dello smartphone di Lorenzon. In uno si vede la Buran saltare il muro di cinta della casa dell’uomo con una scala, entrare dentro e arrivare alla terrazza. Poi inizia a bussare alla porta. Lorenzon le apre e la donna si fionda nell’abitazione con in mano un coltello, che si punta prima alla gola e poi ai polsi. “Ascoltami, ascoltami, ascoltami” ripete mentre minaccia di farsi del male. Poi aggiunge: “Ti prego, ti prego, ti prego”. Nel video si vede la 47enne correre per la casa: entra in bagno ed esce con una lametta in mano e ancora minaccia di tagliarsi le vene dei polsi. “Io senza di te non vivo” è la supplica. Poi cade da sola dalle scale. «Giravo con il coltello per proteggermi - è sempre stata la versione della Buran - perché altrimenti lui mi avrebbe messo le mani addosso». La Buran era preda di una “lucida ossessione” nei confronti dell’ex esponente leghista, di cui era letteralmente infatuata. 

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