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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Convivenza di coppia: un sondaggio svela le abitudini dei trevigiani

Per il 56% dei trevigiani il disordine in casa è la principale fonte di litigi. Con il dialogo però si risolve tutto. E con l’avvicinarsi del Natale, occhio agli ospiti indesiderati

Due cuori e una capanna? Sì, purché sia ordinata. La casa è, da sempre, uno dei beni più preziosi per gli italiani da difendere da ogni attacco o pericolo: ladri e incidenti domestici possono causare danni materiali, che si possono prevenire grazie a polizze assicurative o sistemi di sicurezza, ma secondo l’ultima ricerca dell’Osservatorio Sara Assicurazioni, anche il tubetto del dentifricio lasciato aperto, le luci accese in tutte le stanze, piccoli lavori domestici lasciati a metà o fatti male, o semplicemente il disordine, possono provocare conseguenze: mettono a dura prova infatti le convivenze tra le famiglie. Anche a Treviso.

Se il caos è la causa scatenante per il 56% degli intervistati della città veneta, tra le mura domestiche si litiga anche per i piccoli gesti di tutti i giorni (44%) o perché si hanno visioni differenti sulla gestione della casa (28%) che presuppongano una decisione comune: si può discutere sui gestori da scegliere ma anche su come affrontare eventuali danni che possano danneggiare il proprio nido d’amore. Attenzione anche alle faccende domestiche: chi non collabora ha il 42% di probabilità di concludere la giornata con un litigio. Il 24% non tollera la violazione della propria privacy e reclama i suoi spazi personali, mentre, per il 29% dei trevigiani, rumori e musiche ad alto volume sono la principale fonte di discussione. Ci sono modi per ovviare a questi disagi e risolvere i problemi senza incorrere in spiacevoli conseguenze? Per il 76% degli intervistati sì, e la chiave per la riappacificazione è il dialogo. C’è chi cerca un compromesso (55%) e chi, molto saggiamente, accetta il rimprovero e cerca di migliorare (18%). Ci sono poi i più romantici, che cercano di addolcire la propria metà compiendo gesti gentili (11%). Fortunatamente, solo il 4% rientra nella categoria dei pessimisti cronici, di quelli che pensano che i rapporti non si risolvono mai pienamente.

Secondo la ricerca, la convivenza può essere messa a dura prova anche a causa dei rapporti con altri familiari, e non solamente con la suocera, come si potrebbe immaginare. Il 45% dei trevigiani, infatti, ha ammesso di non essere disposto a convivere con altre persone della propria famiglia, senza fare distinzione tra genitori, fratelli o, appunto, suoceri. Alcuni temono di perdere la propria privacy, per altri potrebbero rappresentare solo un peso, c’è chi sostiene che sarebbero solo fonte di litigio e, addirittura, c’è chi ha dichiarato che più lontano sono e meglio è. In ogni caso, il 26% sarebbe disposto ad ospitarli solo in casi di estrema necessità e, specialmente, solo per brevi periodi (10%), legati più che altro a difficoltà economiche o a problemi di salute. E se parenti e amici abitassero lontano e volessero fare una bella sorpresa, magari in occasione delle feste natalizie? Anche in questo caso, i trevigiani non avrebbero dubbi. Dai risultati della ricerca i trevigiani non fanno distinzione tra parenti e amici: il 38% li ospiterebbe volentieri, ma solo per pochi giorni, mentre il 22% sarebbe ben contento di invitarli a pranzo o cena, a patto che a dormire vadano in albergo. Un altro 27%, infine, dichiara di essere disposto ad ospitare i parenti per tutto il tempo necessario, dimostrando di rimanere legato alla tradizione. «In casa trascorriamo mediamente più della metà della nostra vita   - commenta Marco Brachini, Direttore Marketing, Brand e Customer Relationship di Sara Assicurazioni – è importante che all’interno delle quattro mura ci si senta sereni e sicuri. Per rendere sicura la propria abitazione, oltre a installare un impianto d'allarme, è opportuno scegliere una buona copertura assicurativa. In particolare durante le festività, in cui si esce di meno e si ricevono ospiti, è importante non sottovalutare il rischio di incidenti domestici. È dunque consigliabile prendere in considerazione una tutela anche sotto questo punto di vista».

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