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Tagli ai Comuni virtuosi del Veneto: un milione di euro in meno nella Marca

La denuncia degli amministratori di Veneto Vivo tra cui il sindaco di Roncade, Zottarelli. La presidente Rubinato: «Necessario fare luce sul meccanismo oscuro del fondo di solidarietà»

Tagli ai comuni virtuosi, anche gli amministratori di Veneto Vivo denunciano l'iniquità. Pieranna Zottarelli sindaco di Roncade non usa mezzi termini: «Per l'ennesima volta siamo becchi e bastonati. Non lo dico solo per Roncade, dove il taglio è stato di oltre 10mila euro, ma per i tanti colleghi che devono fare i conti con importi maggiori. Si scrive Fondo di Solidarierà – sottolinea il sindaco – ma si legge scaricabarile dello Stato che getta la responsabilità dei livelli essenziali sulle spalle dei Comuni più capaci. Se poi chi viene aiutato non viene responsabilizzato il danno è doppio. Per i cittadini dei comuni virtuosi che perdono risorse e per quelli, che aiutati, non beneficiano dei fondi in termini di servizi. Per uscirne l'unico modo è fare come in Friuli, Trento e Bolzano, arrivare al pareggio di bilancio con la totale autonomia nella spesa secondo le necessità del proprio territorio e della propria comunità, liberi da una sterile quanto inefficace mole di adempimenti che non ha aiutato affatto come di tutta evidenza a risanare i conti di alcune Regioni ed enti locali che continuano a battere cassa».

Parole confermate dall'analisi dei dati fatta dalla presidente di Veneto Vivo Simonetta Rubinato: «Facendo un po' di conti sui tagli complessivi ai Comuni per provincia emerge che i più penalizzati sono stati in particolare i comuni delle province di Belluno e Rovigo, cioè proprio quelli che dovrebbero essere più aiutati dal Fondo di solidarietà. Il che conferma che il meccanismo del tutto oscuro ed iniquo dell'attuale del Fondo di solidarietà comunale va assolutamente cambiato in tempi rapidi, altro che procedere con correttivi graduali. Il rischio è che a regime, arrivando al 100% della perequazione nel 2030 senza finanziamenti aggiuntivi da parte dello Stato, i Comuni del Veneto vengano decurtati di un importo fino a sei volte maggiore rispetto a quello attuale, perché penalizzati da una spesa storica bassa a fronte della quale viene loro riconosciuto un fabbisogno standard pro capite altrettanto basso. Bisogna rendere accessibili i data base, oggi a conoscenza solo di poche persone, sulla base dei quali si decidono poi i criteri che danno luogo alla redistribuzione delle risorse del Fondo tra i Comuni, meccanismi che restano invece oscuri per tutti gli altri addetti ai lavori, figurarsi per i contribuenti che pagano le imposte comunali. Questo impedisce sia la responsabilizzazione degli amministratori locali, sia ogni possibilità di controllo democratico da parte dei cittadini e questo in una democrazia liberale è inaccettabile, oltre che incostituzionale». La media dei tagli in Veneto è stata pari a: - 7.782.958,70 euro su 4.905.000 abitanti pari a: - 1,58 eu/ab. Nella provincia di Treviso i tagli sono di - 1.194.574,54 euro su 888.293 abitanti, pari a 1,34 euro in meno per ogni abitante.

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