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Treviso Calcio, la difesa di Marco Corò: «Mai detto frasi razziste, è un'ingiustizia»

L'attaccante trevigiano replica alla pesantissima squalifica di 12 giornate che il giudice sportivo gli ha inferto. La squadra farà ricorso nei prossimi giorni

Marco Corò ha appreso a fine allenamento la notizia della squalifica di 12 giornate per insulti razzisti e bestemmie in campo ed è crollato nello sconforto più totale.

«Sono incredulo. E’ una cosa irreale. Io e Diomandè non siamo mai venuti a contatto e tanto meno ho proferito frasi che potessero ledere la sua persona. Io ho solo visto che si è avvicinato alla panchina dopo un fallo nei confronti di Gazzola. Poi si è acceso un capannello. E' vero che c’ero anch’io, ma in maniera estremamente marginale e lontano dal numero 8. Già ero dispiaciutissimo per l’espulsione che mi faceva perdere il derby. Adesso questa squalifica è una mazzata per me. E' un danno d’immagine in primis per la società, per il sottoscritto e per il gruppo. Mi auguro che ci sia la possibilità di rimettere in discussione questa sentenza perchè non rispecchia realmente come sono andati i fatti. Se avessi fatto qualcosa me ne sarei assunto la responsabilità ma non ho fatto nulla».

Le immagini della gara sono abbastanza chiare e sembrano dare ragione alle parole di Corò. «La domanda a questo punto sorge spontanea - commenta la dirigenza del Treviso Calcio - Il direttore di gara è sempre lontanissimo dai giocatori. Come ha fatto ad individuare con certezza Corò e soprattutto a sentire le frasi irriguardose e discriminatorie verso Diomandè?» Nel primo fotogramma il sigor Tommasi di Padova parla con mister Pasa, poi nel secondo segue la “discussione” ma Corò è estraneo al gruppo e tra lui e Diomandè ci sono un bel pò di giocatori. Il terzo e il quarto fotogramma parlano da soli. Il signor Tommasi è lontanissimo dai calciatori. «Cosa può captare da cosi’ lontano? E soprattutto individuare nello specifico Marco Corò?» Sono questi i dubbi sollevati dalla società che ha annunciato l'intenzione di voler fare ricorso contro una sentenza pesantissima sia per il singolo giocatore che per l'intera società.

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