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Pasqua, Pasquetta e ponti, ristoratori trevigiani soddisfatti

Il sondaggio della Fipe trevigiana conferma un andamento stabile con una tendenza al rialzo rispetto all’anno scorso

Pasqua, Pasquetta e mega ponti non hanno deluso le aspettative dei ristoratori trevigiani. A confermarlo è il sondaggio della Fipe – Confcommercio della provincia di Treviso che ha testato un campione di 30 ristoratori associati equamente dislocati nei luoghi clou del pranzo festivo fuori casa: sul Montello, lungo il Sile, ai piedi della Pedemontana, nei principali centri storici della Marca. I pranzi di Pasqua, Pasquetta, ponti del 25 aprile e 1 maggio confermano che, per il 78% del campione, le prenotazioni ed i pranzi erogati sono rimasti stabili rispetto allo stesso periodo del 2018, per il 22% anche con un aumento variabile tra il 5% ed il 45%. Nessuno ha dichiarato cali rispetto all’anno scorso.

La clientela, per il 63% degli intervistati, è quella già fidelizzata e conosciuta, in particolare gruppi di amici e famiglie, mentre un buon 43% ha dichiarato di aver registrato tra le prenotazioni l’arrivo nuovi clienti. Di questi, un 25% è stato stimato come proveniente da fuori Provincia o da fuori Regione.

Le abitudini. Sono abbastanza prevedibili, pur nel cambiamento costante del consumatore: solo il 25% dei clienti che arrivano chiede informazioni su visite e sul territorio circostante, mentre il 57% delle prenotazioni si può definire “digitale” perché avviene tramite sito o pagina social, il resto prenota ancora in maniera “tradizionale”, telefonando. Il 42% degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto, nell’arco dell’intero ponte, almeno una disdetta all’ultimo, (nella stessa giornata della prenotazione).

Il prezzo medio della spesa (per il 60%) per pranzi o cene al ristorante varia tra i 40 ed i 60 euro, esiste poi un 20% che spende tra i 20 ed i 40 euro, ed un restante 20% che va oltre i 60 euro. La media dei clienti, circa il 56%, sceglie alla carta e manifesta una predilezione per i prodotti provenienti dal territorio, si nota una marcata tendenza verso pietanze a base di verdure. Tra Pasqua e Ponti i piatti più richiesti sono stati: gli immancabili capretto ed agnello (piatti del giorno) con qualche variante tipo “guancette al raboso”, vari piatti di stagione a base di asparagi e uova, molte richieste di piatti a base di crostacei. Almeno il 10% dei clienti chiede sempre il consiglio per l’abbinamento piatto-vino.

«In sintesi – commenta la presidente di Fipe-Confcommercio Dania Sartorato – posso dire che, nonostante il meteo non favorevole, la Pasqua alta, unita ai ponti ed alle chiusure delle scuole, ha portato bene alla ristorazione. La gente, in media, durante le feste, è invogliata a fare qualche gita e a pranzare fuori casa ed ha apprezzato ciò che sappiamo offrire: specialità tipiche, cucinate a regola d'arte, anche a prezzi tutto sommato contenuti e quindi adatti alle famiglie. Non ci sorprende- conferma Sartorato - la crescente attenzione nel menù per la stagionalità, i prodotti del territorio, i piatti vegetariani e le pietanze per chi soffre di allergie o intolleranze alimentare. E’ stato l’anno della tradizione rivista in chiave in chiave salutista e personalizzata. Ma non solo, i dati di Fipe nazionale ci dicono che il tempo medio, in casa, di preparazione dei pranzi o delle cene non supera i 37 minuti e quindi emerge la propensione da parte di larghe fasce di consumatori, a fruire al meglio del proprio tempo libero, ad apprezzare le giornate di festa, i momenti di convivialità, la ricerca di momenti aggregativi. Certo, la ripresa economica, in generale, non si evidenzia i tutti i settori, ma posso affermare, con una certa tranquillità che, almeno in questo mega ponte, tra i ristoratori e gli esercenti si è respirato un sostanziale ottimismo».

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