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Intergruppo parlamentare sul volontariato, appello ai candidati alle europee

Alberto Franceschini, presidente di CSV Treviso, lancia la proposta chiedendo la sottoscrizione di un documento per promuoverla

«Il 19% dei cittadini dell’Unione Europea svolge una o più attività di volontariato, dando vita a innumerevoli servizi di aiuto in tutti i campi della vita sociale. Solo nella nostra provincia, Volontarinsieme rappresenta 350 associazioni, oltre 10mila volontari e 90mila soci aderenti -dichiara Alberto Franceschini Presidente di CSV Treviso- Eppure, nonostante il ruolo spesso determinante per la coesione delle comunità, non sempre queste attività vengono sostenute adeguatamente a livello politico. Ecco perché chiediamo ai 13 candidati trevigiani alle elezioni europee di domenica prossima, di sottoscrivere questo documento e impegno». Parte da questa considerazione la campagna Vote Volunteer Vision, lanciata dal Centro europeo per il volontariato (Cev). Una campagna che CSVnet (organismo nazionale cui aderisce anche  Volontarinsieme – CSV Treviso) come aderente al Cev, ha deciso di sottoporre ufficialmente a tutti i candidati italiani alle elezioni del prossimo 26 maggio per il rinnovo del Parlamento europeo.

«Come Volontarinsieme - CSV Treviso, chiediamo quindi ai candidati due impegni concreti per il sostegno del volontariato in Europa, attraverso la sottoscrizione dei contenuti del documento base della campagna e, se eletti, la promozione di un intergruppo parlamentare sul volontariato»: prosegue Franceschini. Le istanze contenute nel documento, infatti, sono tutte incentrate sulla necessità di proporre e sostenere politiche di respiro europeo. Ciò allo scopo di facilitare il lavoro quotidiano svolto dalle associazioni di volontariato e soprattutto dai milioni di cittadini che, in forma più o meno organizzata, dedicano gratuitamente parte del proprio tempo alla solidarietà. La prima di queste istanze riguarda la “misurazione” corretta del volontariato attraverso ricerche aggiornate e costanti che utilizzino parametri comuni in tutti i paesi (oggi sono pochissimi gli studi disponibili). 

Una conoscenza univoca del “valore” del volontariato che dovrà mettere in grado i legislatori di coordinare entro un unico quadro normativo le politiche di volontariato delle diverse istituzioni europee. Si chiede inoltre di sviluppare le infrastrutture del volontariato per fare in modo che esso possa supportare l’attuazione delle politiche europee, come il Pilastro dei diritti sociali o l’Agenda 2030. Si sottolinea anche il ruolo formativo del volontariato per lo sviluppo della cittadinanza e per l’occupabilità, aspetto direttamente collegato al tema della validazione univoca delle competenze acquisite in contesti non formali e informali. E grande importanza viene data al volontariato di impresa, garantendo standard qualitativi per le aziende e i dipendenti coinvolti. “Non viene ovviamente dimenticato il passaggio politico del 2020, quando si concluderà quello in corso e si aprirà un nuovo settennato, con la conseguente revisione degli attuali programmi e l’attivazione di quelli nuovi – conclude Alberto Franceschini - Un periodo cruciale in cui il volontariato dovrà sempre essere considerato come una priorità. Nel documento si richiama infine la necessità di promuovere il volontariato all’estero, attualmente realizzato attraverso il Corpo europeo di solidarietà e il programma EU Aid volunteers.

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