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Fondazione "Mazzotti", ecco il progetto per rilanciarla

Annunciato da Regione Veneto, Provincia di Treviso e Comune di Treviso l’avvio di un percorso di valorizzazione

Regione Veneto, Provincia di Treviso e Comune di Treviso annunciano l’avvio di un percorso di valorizzazione della Fondazione Giuseppe Mazzotti per la Civiltà Veneta che inizierà con un progetto di digitalizzazione, volto a farla rivivere nella continuità del metodo e nella piena salvaguardia della bellezza dell’arte e del paesaggio veneto proprio come avrebbe voluto “Bepi”. La Fondazione, nata nel 1986 con lo scopo di promuovere la memoria di Giuseppe Mazzotti, una delle figure culturali più importanti della cultura veneta - a lui si deve la riscoperta delle ville venete, le prime battaglie per la difesa del paesaggio, oltre che i tanti successi ottenuti come direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo di Treviso - aveva conosciuto negli ultimi anni un’impasse gestionale che aveva fatto venir meno l’operatività stessa. Tale situazione aveva portato l’attuale Collegio dei Partecipanti, composto anche dalla figlia Anna Mazzotti, l’Avv. Franco Pugliese membro dell’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti, Andrea Cagnin e il Presidente Marco Tonon che tanto hanno operato negli anni per dare continuità alla Fondazione, a chiederne lo scioglimento in un ultimo, disperato, grido di aiuto.

Un grido che è stato subito colto dalla neo-amministrazione Conte che ha riunito Istituzioni e Collegio dei Partecipanti intorno a un tavolo per trovare una soluzione. È così che ieri 31 ottobre alle 20.30 nella sede della Fondazione di via Marchesan si è valutata positivamente l’ipotesi di un commissariamento per il tempo necessario a consentire a Regione, Provincia e Comune di delineare un progetto di valorizzazione a lungo termine. Il progetto vedrà sin da subito anche il coinvolgimento della Soprintendenza che aveva dichiarato di importante interesse culturale l’archivio personale e il fondo fotografico raccolto negli anni da Mazzotti e di eccezionale interesse quello bibliografico, nonché il MiBAC che coordina le attività della soprintendenza sul territorio Veneto. Il primo atto concreto di valorizzazione prevede l’urgente messa in sicurezza del fondo, oggi ospitato in una sede non più idonea alla sua conservazione. In quest’ottica, verrà avviato a breve un processo di digitalizzazione dell’archivio epistolare del Mazzotti tramite un progetto condotto da personale qualificato della Provincia e della Regione che vedrà lo sforzo comune di università ed altri enti, anche attraverso la ricerca di appositi fondi regionali, nazionali ed europei. Nella sede della Provincia di Treviso, presso il FAST (Foto Archivio Storico della Provincia), è già depositato, infatti, il fondo fotografico Mazzotti che comprende circa 122.000 preziose immagini.

Per Lavinia Colonna Preti, Assessore ai Beni Culturali e Turismo del Comune di Treviso, la tutela del Fondo è di vitale importanza: «Mazzotti è uno dei Padri fondatori della nostra storia ed è essenziale che il patrimonio della Fondazione mantenga la vocazione di bene “pubblico”: in questo senso il Comune di Treviso si impegna a farsi garante della conservazione e promozione della biblioteca, fototeca e archivio, oltre che di quanto ancora fortunatamente e scrupolosamente conservato dalla famiglia. È con grande intesa e soddisfazione che abbiamo trovato nella Regione e nella Provincia la volontà di avviare assieme un progetto di valorizzazione che inizierà da subito con la digitalizzazione del fondo epistolare che avremo modo di presentare al pubblico con iniziative dedicate».

Cristiano Corazzari, Assessore al Territorio, Cultura e Sicurezza della Regione Veneto: «Oltre ai preziosi materiali conservati, è fondamentale lo studio e l’interpretazione del messaggio insito nella vita operosa di “Bepi”. Oggi più che mai abbiamo bisogno di cogliere le strategie delle mete da lui raggiunte e di adeguarle al mutare dei tempi; a questo scopo è sinergico il convergere di materiali che hanno affiancato i molti temi di cui si occupò Bepi Mazzotti per continuare a portare testimonianza del suo insegnamento. Con questa intesa tra Istituzioni si avvia cosi un lavoro partecipato e condiviso affinché si riesca, ed è nostro preciso dovere civile, operare affinché Bepi sia sempre con noi come guida e fonte d’ispirazione col sogno, che speriamo diventi presto realtà, di ospitare il suo patrimonio in una villa veneta».

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