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Giorno del ricordo, il racconto dell'esodo di 350mila italiani d'Istria

Un intero popolo, alla fine della seconda guerra mondiale, è stato cacciato dalla propria terra: questo è l'esodo dei giuliano-dalmati dalle terre dell'Istria, della Dalmazia, di Fiume

Tra il 1944 e la metà degli anni cinquanta del Novecento un pezzo d’Italia è scomparso, come se si fosse inabissato in mare, ma di questo gli italiani - anche quelli che oggi frequentano le coste e le città dell'Istria e della Dalmazia - sembrano essere assolutamente inconsapevoli. Dalla frontiera orientale d'Italia, 350.000 persone hanno dovuto abbandonare le loro case e le loro città: Zara, Fiume, le isole del Quarnaro, Cherso, Lussino e la penisola istriana sono passate sotto il dominio jugoslavo. Un intero popolo è stato cacciato dalla propria terra: questo è l'esodo dei giuliano-dalmati dalle terre dell'Istria, della Dalmazia, di Fiume.

Il dramma dell’esodo si aggiunge alla tragedia delle foibe consumate tra l'autunno del 1943 e la primavera del 1945. Ad un popolo che aveva perso tutto, per oltre 50 anni, fu negata anche l'unica cosa rimasta: la memoria. Per questo il Parlamento Italiano con la legge 92 del 30 marzo 2004, ha istituito il 10 febbraio come Giorno del Ricordo “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. La Provincia di Treviso ha celebrato oggi presso l’Auditorium questa giornata con un appuntamento di approfondimento dedicato al tema in collaborazione con il Consorzio BIM Piave Treviso e rivolto particolarmente agli studenti delle scuole superiori del territorio.

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Dopo il saluto delle Autorità: Stefano Marcon, Presidente della Provincia di Treviso - che ha ricordato il peso di sentirsi d’improvviso stranieri in patria - Giancarlo Iannicelli in rappresentanza della Città di Treviso, Barbara Sardella, Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Treviso, Anna Maria Schileo che ha portato il saluto della sezione di Treviso dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e Maria Rosaria Laganà, Prefetto di Treviso, particolarmente toccante è stato l’intervento-testimonianza del prof. Tomaso Millevoi, esule da Albona d’Istria. I suoi racconti della cattura del padre, delle operazioni di ricerca e ritrovamento del corpo in una cava di bauxite, del devastante riconoscimento da parte di sua madre e così di tutte le donne in nero che cercavano corpi tra le caverne carsiche, scaturisce un lungo applauso in piedi da parte di tutti i presenti, tra i quali la Sen. Sonia Fregolent.

E’ seguita la narrazione teatrale Foibe: storie nella storia, di e con Laura Mantovi che ha raccontato queste tematiche relative al confine orientale. Il tema è ancora vivo e ha cicatrici scoperte in quei luoghi dove il delirio della follia umana ha mostrato i suoi aspetti più crudeli, ma proprio per il ricordo non pacificato che porta con sé, riteniamo che questo capitolo della storia debba essere avvicinato e ricordato. È nostro dovere ricordare, ripercorrere quelle strade dove i corpi e le vite di molte persone sono scomparse, cercare di comprendere il perché l’uomo annulli la propria umanità e perpetui il tragico rito della morte. La giornata è stata moderata dal Consigliere provinciale delegato alla Cultura Leopoldino Miorin.

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