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Vandalismi in città: le chiacchiere sulla tolleranza zero lasciano il tempo che trovano

L'opinione di Luigi Calesso, di Coalizione civica

Gli inqualificabili atti di vandalismo che hanno caratterizzato lo scorso fine settimana in città non vanno certo sottovalutati, oltre che nettamente condannati perché privi di qualsiasi tipo di giustificazione. Ed è altrettanto ovvio che i responsabili vanno sanzionati per i gesti che hanno commesso, esattamente come è già previsto da leggi e regolamenti. Al tempo stesso, però, mi paiono del tutto incongrue le reazioni degli amministratori cittadini e della maggioranza consiliare di centrodestra che non sanno fare null’altro che “alzare la voce”, lamentando la maleducazione dilagante, le responsabilità dei genitori… senza, invece, farsi qualche domanda in più, anche sul loro operato.

Questa amministrazione, infatti, è stata caratterizzata fin dal suo inizio dai proclami sulla “tolleranza doppio zero”, dall’assicurazione che “certe cose non sarebbero più successe”, insomma da un volto “arcigno” del governo cittadino che, però, non pare aver spaventato granché chi ha commesso gli atti di vandalismo che tutti deprechiamo. Gli amministratori e la maggioranza, quindi, dovrebbero chiedersi se quello che hanno fatto e, soprattutto, i tanti annunci su quello che faranno non abbiano lasciato il tempo che trovano. Le fioriere da togliere, i divieti di sedersi per terra o di giocare alla Loggia dei Cavalieri. Non avrebbero dovuto essere questi i provvedimenti che avrebbero indotto i trevigiani e i frequentatori della città a non commettere atti di vandalismo o anche solo irrispettosi dei beni pubblici, in particolare di quelli di valore storico e architettonico?

La quotidiana enfatizzazione del “rispetto”, la lotta “senza quartiere” alla baby gang, l’”educazione alla civiltà” impartita dalla polizia locale nelle scuole: sono questi i leit-motiv e le grandi novità dell’amministrazione Conte in materia. Hanno dato i risultati sperati? Sembra proprio di no, visto che gli atti vandalici in città non sembrano certo in diminuzione rispetto agli anni della “lassista” amministrazione Manildo, anzi parrebbero in aumento.

Il centrodestra, quindi, invece di utilizzare questa occasione per una nuova levata di scudi contro l’insicurezza (che, a questo punto, sarebbe una levata di scudi contro se stesso) farebbe meglio a interrogarsi in modo un po’più approfondito il fenomeno a cui siamo di fronte (e che non può essere affrontato certo dalla sola amministrazione cittadina) e a prendere le decisioni conseguenti. E’ paradossale che di fronte al fallimento delle loro “grida” sulla “tolleranza doppio zero” gli esponenti del centrodestra non abbiano di meglio da fare che “urlare” ancora mentre dovrebberp preferire il silenzio e l’analisi dei non-risultati di quello che hanno fatto finora. Da parte mia ribadisco un paio di proposte già fatte e che risultano in totale controtendenza rispetto all’azione dell’attuale amministrazione:

-rafforzare il ruolo ella polizia locale come “polizia di prossimità”, incrementando il numero degli agenti presenti nelle varie zone della città: questo ovviamente comporterà la riduzione dell’attività di indagine, pedinamento… per la quale sono già attivi Polizia di Stato e Carabinieri, mentre la presenza nei quartieri è una delle attività precipue della polizia locale;

-l’implementazione del servizio degli operatori di strada e di tutti gli altri strumenti di intervento sociale che possono essere utili per contrastare quei fenomeni di disagio che in non pochi casi sono alla radice degli atti di vandalismo: l’amministrazione, invece, ha eliminato il finanziamento all’unico operatore di strada che aveva in carico il Comune.

A me pare, infatti, che i fatti dimostrino chiaramente come il momento delle chiacchiere sia abbondantemente passato e che le litanie securitarie abbiano già fatto il loro tempo.

Gigi Calesso

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