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Calciatore e insegnante: Damiano Zugno muore a 31 anni per un tumore

Originario della provincia di Venezia, insegnava all'istituto paritario Galilei di Treviso. Un esempio per i suoi allievi e per i suoi compagni di squadra

E' morto a 31 anni Damiano Zugno, di Scorzè, molto conosciuto nel mondo del calcio: aveva giocato in diverse formazioni del Nordest, tra cui Spinea, Istrana, Martellago e Calvi Noale. Zugno è stato vinto da un tumore che non gli ha lasciato scampo. Tanti messaggi di affetto e vicinanza stanno arrivando in queste ore. Il sindaco di Martellago, Andrea Saccarola, lo ricorda così: «Oggi è un giorno triste per tutta la nostra comunità. Siamo stati raggiunti dalla notizia della prematura scomparsa di Damiano Zugno, il capitano della formazione gialloblu. Damiano ad agosto avrebbe compiuto 32 anni e fino all'ultimo ha giocato la sua partita personale contro un male spietato. Un grande giocatore ma prima di tutto un grande uomo. Damiano era insegnante all’istituto paritario Galilei di Treviso. Un esempio per i suoi allievi e per i suoi compagni di squadra».

Un altro messaggio è del presidente dell'FC Spinea 1966: «Lo ricorderò sempre come il nostro Capitano. La partita della vita se l’è giocata fino all’ultimo minuto, un grande giocatore ma prima ancora un grande uomo, ricorderò sempre una frase ”calcio e scuola, così combatto il tumore”. Come ogni grande giocatore non ha mai mollato, ha debuttato in serie B con il Mantova, ma in spogliatoio era uno di loro, sempre a disposizione dei ragazzi più giovani, un’umiltà senza pari. Ti ricordo con grande affetto come tutti i tuoi compagni di squadra e in particolare mister D’Este, lasci un vuoto tra noi, ma ciò che hai seminato nella vita ricrescerà più forte di prima». Un commosso ricordo è stato scritto dalla società Calvi Noale: «Scendono le lacrime, copiose, inarrestabili, alla notizia che ci è giunta di Damiano. Una brutta malattia lo ha strappato ai suoi cari. Lui che poco più di un anno fa annunciava il ritorno sui campi di gioco dopo aver sconfitto un tumore al cervello. Che subdolamente è tornato togliendoci il suo sorriso, la sua grinta, la sua voglia di vivere. Perché Damiano era il giocatore ideale, il professore perfetto, l’amico sempre presente. Come calciatore era stimato e rispettato da tutti, compagni e avversari. Come professore era in grado di appassionare i ragazzi che lo seguivano perché lui ci metteva passione e sentimento nell’insegnare. Come amico sapeva trovare le parole giuste e il modo di sostenerti anche quando avrebbe potuto mollare. Ma lui non ha mai mollato, grazie al calcio e allo studio. A Noale è passato nelle stagioni importanti del 2013 e ha inevitabilmente lasciato il segno. Come in qualsiasi altra società dove ha militato. Ecco perché Damiano non ha perso contro quel maledetto male. Perché Damiano ci ha mostrato cosa volesse dire lottare, resistere, e affrontare il peggiore dei nemici a viso aperto. Avevamo tutti insieme esultato con lui nel 2019, come nella più bella delle vittorie. Adesso siamo uniti a tutti coloro che lo hanno conosciuto, abbracciati a centrocampo, si abbracciati idealmente proprio oggi che un’altra pandemia ce lo vieta, a stringerci a lui che ci mancherà tanto… abbracciati al nostro capitano… grazie di tutto Damiano, che la terra ti sia lieve».

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