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Pd e Italia Nostra contro la cessione di villa Emo: «Intervenga la Regione»

Andrea Zanoni: «Se verrà trasformata in un resort di lusso a 5 stelle fruibile solo da gente ricca e facoltosa, primo, rimpiangeremo la gestione di questi anni quando era un bene fruibile da tutti»

«Non facciamocela sfilare via» ha dichiarato ieri Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, interpellato sul futuro di Villa Emo, chiedendo poi uno scatto d’orgoglio agli imprenditori veneti perché intervengano nella trattativa di vendita del prestigioso immobile palladiano. A queste dichiarazioni replica Giovanni Zorzi, segretario provinciale PD Treviso: «Zaia non può cavarsela con l’ennesima chiamata alle armi rivolta a generici uomini di buona volontà. Visto che il tempo stringe, se il governatore desidera veramente che un patrimonio così prezioso come Villa Emo non ci venga sfilato via, allora eserciti tutte le sue prerogative».

«Piuttosto di tanti appelli – incalza Zorzi – serve la volontà politica per mettere in campo una seria proposta di alleanza pubblico-privata, necessariamente a regia regionale, che superi l’attuale governance della Fondazione. Dato che Zaia è solito ricordare quanto siano importanti per l’economia del Veneto il turismo e la tutela dei beni del territorio, gli chiediamo di essere coerente con sé stesso e di aprire subito un tavolo attorno cui far sedere l’attuale proprietà, potenziali investitori e quel mondo delle associazioni che si è già detto disponibile a dare una mano. Siamo ormai nei minuti di recupero ma la partita vale la pena giocarla fino alla fine».

Interviene sul punto anche il consigliere regionale Andrea Zanoni: «La Regione Veneto in materia di ville venete ha pure approvato il “Piano regionale di valorizzazione delle Ville venete” aderendo poi al progetto interregionale per la "Valorizzazione turistica di un prodotto culturale: le ville" di cui sono partner le Regioni Toscana, Sardegna e Campania. Risulta chiaro che se Villa Emo verrà trasformata in un resort di lusso a 5 stelle fruibile solo da gente ricca e facoltosa, primo, rimpiangeremo la gestione di questi anni quando era un bene fruibile da tutti, soprattutto dalla comunità locale, secondo, saremo poco coerenti con gli obiettivi turistici promossi dalla stessa Regione».

ITALIA NOSTRA ALL'ATTACCO La vicenda di questi giorni della vendita di Villa Emo, eccezionale opera di Andrea Palladio a Fanzolo di Vedelago in provincia di Treviso, ad un soggetto privato da parte della proprietà Fondazione Bancaria del Credito Trevigiano, è un triste segnale della preoccupante situazione degli istituti bancari nella regione Veneto. Nel darne notizia, il CdA del Credito Trevigiano scrive che "L'immobile oggetto della trattativa non rappresenta un asset strumentale all'attività bancaria .... E' fatto salvo il diritto di prelazione previsto a favore del Ministero dei  Beni Culturali e delle altre competenti autorità". La vendita porterà alla banca un rilevante beneficio economico ma l’unica offerta pervenuta, per quindici milioni di euro, non offre garanzie per la tutela del bene e la sua fruibilità pubblica futura. ITALIA NOSTRA, come associazione che da sempre si occupa della "tutela del Patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione”, ritiene che l'alienazione di un simile monumento, patrimonio di tutta l'umanità, ad un singolo privato cittadino sia sempre una gravissima perdita culturale, elemento ben più rilevante della perdita patrimoniale. La legge italiana, ed in particolare il Decreto Legislativo 42/2004 (erede della gloriosa Legge 1089/39) protegge simili beni culturali, che devono essere conservati per le generazioni future e dati in fruizione pubblica, anche in caso di proprietà privata. Ci auguriamo che il MiBAC eserciti il diritto di prelazione e acquisti Villa Emo, proprio in considerazione del suo valore. In caso contrario è ancor più pressante e auspicabile che il Ministero, tramite la Soprintendenza Regionale del Veneto, modifichi l'attuale decreto di vincolo, non solo estendendo l'area protetta ma, soprattutto, procedendo a una revisione del dispositivo in modo da precisare e aggiornare in modo puntuale gli obblighi di tutela e fruizione pubblica. «Non si tratta di fare una “guerra al privato” ma di una presa d’atto», dichiara Mariarita Signorini, presidente nazionale di Italia Nostra. «Non sempre le aspirazioni del proprietario privato sono in sintonia con la tutela e la pubblica fruibilità, come purtroppo è già accaduto in altri casi. Ci auguriamo che la nuova proprietà di Villa Emo sia “più illuminata” dei suoi predecessori, custodi per molti anni di un bene che non hanno esitato a vendere, seppure per salvarsi da una situazione economica complessa».

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