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Crac Veneto Banca e Bipop Vicenza: «Controlli ferrei su comitati e legali»

L'assessore al sociale della Regione, Manuela Lanzarin, interviene sulla polemica scoppiata dopo alcune segnalazioni giunte all'Ordine deigli Avvocati. Nell'occhio del ciclone è finito soprattutto lo studio legale Tlc Lawyers di Sergio Calvetti, uno dei più attivi nell'attività di sostegno ai truffati delle ex Popolari venete

Anche la Regione Veneto, per bocca dell'assessore al sociale Manuela Lanzarin (Lega) scende in campo contro quello che viene definito il rischio di trasformare in un business la presentazione delle richieste di rimborso da parte dei risparmiatori truffati d Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Il caso è scoppiato a seguito della segnalazione, presentata all'Ordine degli avvocati di Treviso, dal Comitato Ezzelino da Onara, in cui si chiede di fare chiarezza sulle attività dei legali Sergio Calvetti, Luigi Fadalti e Paolo Polato, tutti avvocati impegnati a rappresentare ex azionisti delle due popolari i cui risparmi si sono volatizzati con il crac delle banche. Nell'occhio del ciclone è finito soprattutto lo studio legale Tlc Lawyers di Sergio Calvetti, uno dei più attivi nell'attività di sostegno ai truffati delle ex Popolari venete. Il Tlc Lawyers collabora infatti con il Movimento diritti europei (la sede è a Treviso in via Gualpertino da Coderta) che nelle settimane scorse ha inviato una proposta ai propri associati che per l'assistenza alla presentazione delle istanze al Fondo indennizzo risparmiatori in cui chiede, come costo di iscrizione fino al 2022 e di fatto a copertura delle spese sostenute per l'attività, un importo pari al 7% di quanto verrà recuperato.

«Che sia chiaro -ha tuonato la Lanzarin- i controlli saranno ferrei perché nemmeno un euro del fondo di solidarietà per le vittime dei crack bancari vada speso in modo indebito o a fini di lucro». Il fondo a cui fa riferimento l'assessore veneto al sociale è quello che la Regione ha messo in campo per le vittime dei crack, istituito per aiutare i cittadini più in difficoltà e più deboli tra gli 80 mila veneti coinvolti dal dissesto di Popolare di Vicenza e Veneto Banca e che, con gli ulteriori 600 mila euro reperiti nell'ultimo bilancio, dovrebbe arrivare a quota 1 milione e 100 mila euro.

«Una cosa sono i rimborsi previsti dalla nuova legge -spiega Lanzarin- entrata in vigore in questi giorni e attivabile su domanda degli stessi risparmiatore e un’altra è il contributo di solidarietà per le maggiori spese legali che la Giunta regionale del Veneto ha pensato di istituire già due anni fa per dare una mano a quanti, tra i risparmiatori ‘traditi’ dalle banche, si sono ritrovati in maggiori difficoltà e non avrebbero forse nemmeno i mezzi per difendersi in sede legale e presentare domanda di rimborso. I controlli su quei soldi saranno quindi rigorosi ed efficaci a garanzia del contribuente pubblico e per una reale tutela dei risparmiatori e della finalità solidaristica dell’iniziativa».

Sulla vicenda nei giorni scorsi era stata presentata alla Camera una interrogazione parlamentare del deputato di Forza Italia Pierluigi Zanettin, secondo cui quanto chiesto dall'Mde e dagli avvocati Fadalti e Polato (questi due ultimi avrebbero proposto ai loro assistiti un costo di circa 200 euro a pratica) sarebbe "un escamotage per eludere la legge che vieta i compensi" dato che la norma che ha istituito il Fondo per i rimborsi prevede che l’attività di recupero per il Fondo "non costituisce attività forense e deve essere gratuita".

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