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Un venerdì speciale a Suoni di Marca: una leggenda, uno Stenway e un grande pubblico

A suonare sul palco c’era un autentico virtuoso, Rick Wakeman, già tastierista degli Yes negli anni Settanta. L'organizzatore Paolo Gatto: “Non è magia, è grande qualità”

TREVISO C’era solo un pianoforte, uno Steinway grancoda come nelle più esclusive sale da concerto, sul palcoscenico di Suoni di Marca, venerdì 3 agosto. E a suonarlo c’era un autentico virtuoso, Rick Wakeman, già tastierista degli Yes negli anni Settanta. Ad ascoltarlo, un pubblico che sembrava stregato da una sequenza memorabile di brani snocciolati dalle grandi mani del corpulento musicista, che a quasi settant’anni resta una leggenda del pianoforte. Ha improvvisato sui grandi della musica classica  con citazioni dei Beatles (Eleanor Rigby), Elton John e David Bowie (Life of Mars, di cui Wakeman registrò le parti originali di pianoforte, e Space Oddity, cui ha contribuito con il mellotron), passando Led Zeppelin oltre a pezzi classici con improvvisazioni su Debussy e Tchaikovsky. Ha anche aggiunto una selezione di alcuni dei suoi pezzi classici preferiti ed ha spiegato ogni brano e raccontato aneddoti della sua vita, per poi letteralmente ipnotizzato il pubblico con Close to the Edge, suite considerato il capolavoro degli Yes dell’epoca del Progressive Rock degli anni Settanta.

Una “magia” già introdotta, prima, da Tony Pagliuca, a lungo tastierista delle Orme, la risposta italiana al rock progressivo degli Yes, in una serata il cui successo non era scontato e che si è rivelata un trionfo. Commenta Paolo Gatto, ideatore e direttore artistico di Suoni di Marca “Ho voluto fortemente questo omaggio alla straordinaria stagione del prog e al pianoforte ed ero certo che il pubblico l’avrebbe capita e apprezzata. Wakeman, poi, è stato particolarmente generoso, concedendo ben due bis e tornando due volte sul palco per accogliere gli applausi che sembravano non voler finire, come una grata  liberazione emotiva dopo tanta suggestione. È stata una serata esaltante e anche se ci ha molto gratificato sentirla definire ‘magica’ sono convinto che non si tratta di magia. Questa è qualità, grande qualità. E noi sappiamo che il pubblico sa sempre riconoscerla”. 

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