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Zaia difende il Prosecco: «Manca solo che lo accusino di mangiare i bambini»

Dopo le critiche mosse dalla stampa estera al celebre vino trevigiano, il presidente della Regione ha voluto prenderne le difese definendo gli attacchi al Prosecco falsi e meschini

«Il successo mondiale del Prosecco suscita evidentemente così tanti malumori negli avversari internazionali al punto che il prodotto di punta dell’enologia del Veneto (quarta regione esportatrice mondiale di vini) viene oramai accusato praticamente di tutto. Il Prosecco provoca la carie e fa male ai denti. Il Prosecco fa venire le alluvioni. Il Prosecco (notizia di due giorni fa) erode le storiche colline che noi vogliamo diventino patrimonio universale Unesco. Sono attacchi d’invidia, barzellette che non fanno ridere».

A dirlo è il presidente del Veneto Luca Zaia, commentando gli estemporanei attacchi al Prosecco arrivati da alcune testate della stampa anglosassone ed estera. «In attesa che la stampa internazionale accusi il Prosecco anche di mangiare i bambini – prosegue Zaia – ricordiamo a tutti questi soloni che il Veneto ha sì novemila frane, ma nessuna dove si coltivano i vigneti, bensì dove il terreno e i pendii sono abbandonati. Questo perché – conclude il Governatore – dove ci sono i vigneti, la cura della terra è addirittura maniacale. Ricordiamo tra l’altro che questi vigneti sono lì da centinaia di anni. Ciò che ne evidenzia l’unicità».

«Il Prosecco prima faceva sbriciolare i denti ora fa franare le colline: la verità è che con la Brexit si rafforza lo spirito protezionista della Gran Bretagna e sparlare del vino più stappato dagli inglesi è ormai uno sport». Il presidente di Coldiretti Veneto, Daniele Salvagno, dà manforte al presidente Zaia in merito alla notizia rimbalzata in questi giorni sul 'Guardian' e altri media internazionali su un presunto rischio di erosione per le Colline di Conegliano e Valdobbiadene derivante dalla coltivazione delle viti del Prosecco. Non conoscendo lo studio a cui si riferisce il quotidiano britannico Coldiretti non interviene nel merito ma segnala «un costume diffuso per screditare le bollicine del Nordest che sono comunque tra le più apprezzate in Inghilterra considerato che il prodotto simbolo del Made in Italy ha raggiunto vendite nel 2018 pari a 350 milioni di euro secondo le stime e un aumento in valore del 6% rispetto all'anno precedente. Meglio concentrare le energie sui danni che un certo tipo di legislazione sfavorevole può creare alle esportazioni agroalimentari italiane - precisa Coldiretti - Un esempio, in questo senso, è l'etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati che boccia ingiustamente quasi l'85% dell'agroalimentare italiano a denominazione di origine (Dop). L'etichetta semaforo indica - conclude la Coldiretti - con i bollini rosso, giallo o verde il contenuto di nutrienti critici per la salute come grassi, sali e zuccheri, ma non basandosi sulle quantità effettivamente consumate, bensì solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, porta a conclusioni fuorvianti arrivando a promuovere cibi spazzatura come le bevande gassate dalla ricetta ignota e a bocciare il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di Parma, ma anche un elisir di lunga vita come l'olio extravergine di oliva».

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