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Carlo Verdone si racconta: «Mi piacerebbe girare un nuovo film in Veneto»

"Si vive una volta sola" è la nuova commedia del regista e attore romano, presentata in anteprima insieme a Rocco Papaleo e Anna Foglietta. «Un inno all'amicizia»

Quarant'anni dopo il suo primo film da regista ("Un sacco bello" del 1980) Carlo Verdone torna dietro la macchina da presa per il suo 27esimo film da regista, "Si vive una volta sola", commedia corale interpretata dallo stesso Verdone affiancato dagli amici e colleghi: Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Max Tortora. Una storia ricca di colpi di scena che uscirà nei cinema italiani il 26 febbraio.

Nei giorni scorsi Verdone e il cast del film hanno fatto tappa al museo M9 di Mestre dove hanno presentato il film in anteprima veneta. Un'occasione preziosa per conoscere più da vicino uno degli artisti più amati del cinema italiano. Un'ora di confessioni a cuore aperto per raccontare le numerose evoluzioni dei suoi film basati all'inizio sui personaggi/tipo come in: "Un sacco bello", "Bianco, rosso e Verdone" o "Gallo Cedrone". I film corali sono l'altra grande passione di Verdone: da "Compagni di scuola" fino all'ultimo "Si vive una volta sola", scritto da Giovanni Veronesi in uscita a fine mese, il regista romano ha sempre amato lavorare con altri attori. Il suo nuovo film, il 27esimo da regista, è la storia di una grande amicizia tra un'equipe di medici, molto stimati nel loro lavoro ma segnati da vite private disastrose, piene di solitudine. Questa commedia vuole essere un inno alla vita e all'amicizia. «Non mi rimprovero nulla, penso di non aver mai dato fregature agli spettatori - dichiara Verdone - l'amicizia per me è una medicina della vita. È tutto. Siamo fatti per condividere ciò che ci accade ma i social non sono la soluzione. Sono il luogo delle finte amicizie mentre il contatto umano resta la cosa più vera e bella di tutte. Oggi - continua Verdone - è più difficile raccontare l'Italia al cinema, forse per colpa della globalizzazione che ci ha resi tutti uguali. Fino ai tempi di "Gallo Cedrone" esistevano dei tipi facilmente riconoscibili: l'hippy, l'impiegato, il coatto e così via. Oggi c'è un appiattimento impressionante in questo senso. Manca poi una predisposizione alla leggerezza e. di conseguenza, è anche più difficile far ridere. C'è meno poesia oggi».

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Tra una riflessione e l'altra c'è spazio anche per veloci commenti sui fenomeni del momento. Al cinema con Checco Zalone definito da Verdone: «Molto bravo nel saper conquistare il grande pubblico attraverso la scorrettezza». Ipocondriaco e grande esperto di medicina, Verdone non si lascia sfuggire una breve parentesi sul Coronavirus: «E' un problema grandissimo. Se si ferma la Cina tutto il Mondo ne sentirà le conseguenze». Anna Foglietta, elegante e sorridente, ha parole di elogio per il Veneto e si dichiara onorata di essere riuscita a lavorare con Carlo Verdone. Divertente il siparietto con Rocco Papaleo. I due attori hanno scherzato tra loro ma Verdone ha voluto precisare che sul set espisodi simili non sarebbero mai successi. «Quando davo il ciak tutti hanno sempre dimostrato grande serietà». L'ultima parte dell'incontro è dedicata al Veneto. «Mi piacerebbe tornare a fare un film in questa regione - ammette Verdone - Nel 1993 ho girato a Castelfranco Veneto alcune scene del mio film "Perdiamoci di vista" con Asia Argento e conservo un bellissimo ricordo della provincia di Treviso. Non vorrei fare un nuovo film che sembrasse però una cartolina di questa regione. Spero in futuro di trovare il soggetto valido». La chiusura è tutta per Venezia: «E' la città dove è nata la commedia all'italiana  - spiega Verdone - e il merito è tutto di Carlo Goldoni. Dal 1958 al 1962 venivo in vacanza al Lido con mio papà, all'epoca dirigente della Mostra del cinema. Alloggiavamo in via Emo dalla famiglia Venturi e in quegli anni ho avuto il mio primo innamoramento platonico per una vicina di casa più grande di me con dei meravigliosi capelli castani. Venezia è unica così come tutto il Veneto».

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