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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Portobuffolè: viaggio alla scoperta del borgo ai confini della Marca trevigiana

Il piccolo centro di Portobuffolè non ha nulla da invidiare ad altri celebri luoghi della provincia come Asolo o Possagno. Una realtà magica, capace di incantare qualsiasi tipo di turista

PORTOBUFFOLE' "Per altro sopranome io nol conosco, s'io nol togliessi da sua figlia Gaia. Dio sia con voi, ché più non vegno vosco." Con questi splendidi versi Dante Alighieri celebra la poetessa Gaia Da Camino, donna tra le più discusse di tutto il Trecento, nota tra l'altre cose, per essersi stabilita all'epoca in quello che oggi è diventato il comune di Portobuffolè.

Situato al confine con la provincia di Pordenone, questo piccolo centro di nemmeno mille abitanti è uno dei pochi paesi della provincia a estendersi su entrambe le rive del fiume Livenza. In epoca medievale il castello cittadino, posizionato in un luogo strategico, passò sotto il controllo di numerose autorità, sia signorili che religiose. Dal 1797 Portobuffolé fu controllata dalla Francia rivoluzionaria che aveva invaso il Veneto. Divenuta sede di un comune e posta a capo di un'ampia giurisdizione, la città mantenne il suo ruolo d'importanza grazie a un tribunale civile e criminale. Con il trattato di Campoformio però, la Repubblica di Venezia cadde definitivamente e i suoi territori passarono all'Arciducato d'Austria, per poi tornare francesi nel 1806. L'importanza della cittadina cominciò a declinare: perse il tribunale e la giurisdizione sul distretto. Il 15 luglio 1866 a Portobuffolé giunse il primo manipolo di soldati italiani e così la città entrò nel Regno d'Italia. Nel Novecento la popolazione subì i lutti delle due guerre mondiali e del fascismo. Terra di emigrazione, solo a partire dal secondo dopoguerra ebbe un periodo di fioritura economica che la trasformò in un centro nevralgico per l'industria del mobile. Oggi Portobuffolè difende con elegante modestia il suo patriomonio culturale e, nei giorni scorsi, ha saputo catturare l'attenzione di un gruppo di giovani ragazzi desiderosi di far conoscere, attraverso il Web, le meraviglie nascoste del territorio italiano.

Il gruppo si chiama "ItalianVita" ed è nato dalla mente di quattro giovanissimi residenti nelle province di Treviso e Venezia. Il loro scopo è quello di creare un nuovo brand, atto a promuovere le piccole realtà locali italiane: dai borghi meno conosciuti, ai piccoli produttori e artigiani capaci di valorizzare il nostro territorio. Per mettere in pratica la loro idea hanno deciso di girare una serie di video e filmati in alta definizione, immortalando luoghi che altrimenti sarebbero rimasti sconosciuti a molti. Tra questi non poteva mancare il comune di Portobuffolè, a cui sono dedicati numerosi lavori del progetto. Dal video-diario di viaggio ai filmati divulgativi, girati con uno stile coinvolgente e finalizzati a spiegare a un pubblico più ampio possibile la storia del borgo trevigiano. E' anche grazie a progetti come questo che tante piccole realtà del Veneto oggi sono protagoniste di un turismo nuovo, interessato soprattutto alla riscoperta dell'inesplorato. "ItalianVita" è attivo su tutti i principali canali social, in cui potrete scoprire altri interessanti racconti di viaggio. Dopo averli visti in azione però, non dimenticatevi di andare a visitare di persona posti come Portobuffolè. Vi accorgerete che la bellezza della Marca trevigiana sta soprattutto nelle piccole realtà nascoste, meraviglie di un territorio pieno di bellezze da scoprire.

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