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"Mamma, conosci l'italiano?": a Treviso l'altra faccia di una scuola multiculturale

Si tratta di un percorso di lingua e cultura italiana dedicato alle mamme straniere degli alunni che frequentano le scuole Tommaseo e don Milani, tra i quartieri di San Lazzaro e San Zeno

TREVISO "Mamma, tu conosci la lingua italiana?". Da questa — apparentemente — semplice domanda due mesi e mezzo fa è iniziata un'esperienza del tutto particolare. Un percorso di lingua e cultura italiana dedicato alle mamme straniere degli alunni che frequentano le scuole Niccolò Tommaseo e don Lorenzo Milani, tra i quartieri di San Lazzaro e San Zeno a Treviso.  

Così, con la collaborazione del Centro della famiglia e dell'istituto comprensivo n. 3 Felissent, è nato un progetto non solo di educazione linguistica: fin dall'inizio l'obiettivo è stato avvicinare maggiormente queste famiglie al mondo della scuola frequentato dai propri figli. Dopo 10 incontri, il 24 aprile il progetto si è concluso con successo: "Per un’inclusione efficace, fondamentale è la presa in carico dell’intero nucleo familiare," dice Laura Vacilotto, presidente provinciale delle Acli. "Aver realizzato il corso in una scuola, con la collaborazione del Centro della Famiglia è un esempio di progettualità complessa, realizzata in rete". Tornare sui banchi di scuola, magari proprio gli stessi a cui siedono anche i propri figli, non è stato troppo difficile per Nicoleta, proveniente dalla Romania: "Anche se, lo ammetto, qualche volta mio figlio mi ha aiutato con i compiti a casa. Mi dispiace solo che il corso sia finito. Spero volentieri che sia riproposto, è stata una bella esperienza".

Il progetto ha coinvolto in totale 31 donne (che hanno partecipato ad almeno un incontro) e il numero medio di presenze si è attestato a 17 persone per lezione. Un gruppo eterogeneo di culture e storie, provenienti da Kosovo (il gruppo più numeroso), Venezuela, Romania, Sri Lanka, Bangladesh, Ucraina, Mali, Costa d'Avorio, Cina, Tunisia, che rappresenta l'altra faccia di una scuola multiculturale. Il volto dei genitori stranieri, padri e madri di bambini che spesso sono nati in Italia e oggi frequentano le scuole delle nostre città.

Le operatrici e le volontarie delle Acli hanno gestito gli incontri, con il supporto di una psicologa del Centro della Famiglia che ha condotto due sessioni, approfondendo la dimensione educativa genitore-figlio e l’importanza per i bambini di svolgere i compiti a casa e di essere affiancati nel loro percorso di crescita anche a casa. Lo scambio reciproco di esperienze e informazioni ha offerto a queste madri gli strumenti più adatti per seguire i propri figli nello studio o per partecipare alle riunioni essendo in grado comunicare adeguatamente con insegnanti e altri genitori.  Il percorso è stato interamente declinato al femminile, perché l’occupazione femminile è ancora bassa nelle famiglie immigrate e più spesso l’educazione dei figli è considerata appannaggio delle donne. Per facilitare la partecipazione anche di chi ha figli molto piccoli, il Centro della famiglia ha predisposto un servizio di babysitting negli stessi locali della scuola Niccolò Tommaseo, dove si è svolto tutto il percorso.

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