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Da fine ottobre a Castelfranco Veneto arrivano "Le trame di Giorgione"

Una nuova mostra allestita in tutta la città di Castelfranco celebrerà il grande pittore veneto con una mostra che unisce arte e abbigliamento. Il 27 ottobre l'inaugurazione

CASTELFRANCO VENETO La "Pala di Castelfranco", capolavoro primo di Giorgione, offre il naturale punto di partenza per una sontuosa mostra che trova negli ambienti del Museo Casa Giorgione il suo fulcro. Per espandersi poi in diversi siti della Città Murata, destinati ad accogliere l'attualità della grande tradizione di tessoria della Serenissima di 5 secoli fa.

Sono questi i luoghi e gli elementi di partenza della mostra promossa dal Comune di Castelfranco Veneto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e la collaborazione dell'Associazione Veneto Museo Sistema, che dal 27 ottobre 2017 al 4 marzo 2018, sarà ospitata nella splendida città in provincia di Treviso. Il titolo? "Le trame di Giorgione", un'esposizione ideata e allestita da Danila Dal Pos, già curatrice del museo giorgionesco. La mostra si presenta come un percorso affascinante e coinvolgente, ricchissimo di capolavori e ancor più di storie e di nuove proposte interpretative. Una delle chiavi di lettura scelta dalla curatrice Dal Pos (e dal Comitato Scientifico che l'affianca) è quella allegorica. Una visione che consente anche di illuminare diversamente l'opera e la figura del Giorgione. Proprio a partire dalla Pala, opera di devozione certo, ma anche di potente messaggio politico e allegorico.

Molti i nuclei sui quali la studiosa si misura in questa mostra. La nuova lettura della Pala, sarà il primo di questi. Piccola precisazione: l'intera mostra fa volutamente riferimento al solo territorio della Serenissima che, all'epoca, estendeva il suo dominio tra l'Egeo e la Lombardia orientale. A ritrarre questa schiera di personaggi sono artisti come Giovanni Bonconsiglio, Pier Maria Pennacchi, Vincenzo Catena, Francesco Bissolo, lo stesso Giorgione, Giovanni Cariani, Tiziano Vecellio, Lorenzo Lotto, Andrea Previstali, Bartolomeo Veneto, Bernardo Licinio, Domenico Capriolo, Jacopo Bassano e Paolo Veronese. Nei ritratti tutti indossano abiti realizzati con tessuti e complementi il cui costo era, per l'epoca, folle. Per testimoniare status symbol, raffinatezza e capacità di spesa, in un mondano trionfo dell'apparenza. Accanto ai ritratti, come in tutte le sezioni della mostra, preziosi esemplari di tessuti d'epoca. Anche nel nucleo successivo, dedicato al Seicento, il lusso si pone come fattore di distinzione identitaria, quel lusso che consiste da sempre nell'impiego di materiali e di manifatture di grande pregio e di altissimo costo.

L'ultimo nucleo della mostra invece racconterà la storia della manifattura tessile veneziana, in un percorso ancora una volta sviluppato tra arte e raffinato artigianato, è quello dedicato al '700. Qui, ancora accanto ai ritratti, viene esibita la prestigiosa collezione tessile settecentesca del Duomo di Castelfranco, insieme con abiti, corpetti, guanti e borsette dell'epoca, provenienti da Palazzo Mocenigo a Venezia. La commistione tra sacro e profano è più apparente che reale. Spesso infatti le sontuose vesti dismesse dalle grandi dame finivano con l'essere portate sull'altare sotto forma di piviali o pianete, intessute di fili di seta e oro. Usciti dal Museo, il percorso raggiunge i luoghi di Giorgione nell'antico centro cittadino: il Duomo, la Torre Civica, lo Studiolo di Vicolo dei Vetri, la Casa Costanzo, la Casa Barbarella. In queste suggestive ambientazioni il pubblico è invitato ad ammirare gli esiti attuali della grande tradizione veneziana della tessitura. Durante il periodo del'esposizione la Galleria del settecentesco Teatro Accademico ospiterà invece i telai e la straordinaria produzione di Carlo Scarpa della Tessoria Asolana oggi non più sul mercato. E per chi volesse approfondire di più il tema, ecco Venezia a portata di visita. Per ammirare le prestigiose tessiture Rubelli e Bevilacqua, le creazioni di Roberta di Camerino, il Palazzo di Mariano Fortuny e il Museo del tessuto e del costume di Palazzo Mocenigo.

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