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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Obiettivo Olimpiadi 2016: una chiacchierata con Guendalina Sartori, capitana azzurra nel tiro con l'arco

A soli 27 anni è già una delle veterane della squadra femminile che, persa Natalia Valeeva, punta ora tantissimo sulla padovana all'esordio in una competizione a "cinque cerchi"

"Mamma, voglio andare alle Olimpiadi ed essere il capitano della Nazionale!". Potrebbe essere questo il sogno di una vita di un bambino appassionato di sport e che vede ogni giorno i suoi idoli in televisione cercare di dare il massimo per raggiungere l'apice della loro carriera. Quel sogno però per qualcuno in questi giorni è diventato realtà. La quasi 28enne Guendalina Sartori (che compirà gli anni l'8 agosto prossimo durante proprio i Giochi Olimpici) è pronta infatti ad imbarcarsi venerdì sull'aereo che la porterà, insieme ad altri 307 atleti azzurri, a Rio de Janeiro (Brasile) per partecipare alle Olimpiadi 2016 nella disciplina dell'arco olimpico, di cui sarà anche capitano della spedizione femminile!

Nata a Monselice (Pd), "Gwenda" vanta a 27 anni già una carriera di tutto rispetto infatti: un Oro a squadre nel 2011 nell'European Grand Prix in Francia, un Oro a squadre ai Mondiali Targa 2011 (ITA), un Bronzo a squadre ai Mondiali Indoor 2011 (USA), un Bronzo a squadre miste all'European Grand Prix 2012 (CIP), un Oro ai Giochi del Mediterraneo 2013 di Mersin (MAR), un bronzo nell'European Grand Prix di Maratona 2015 (GRE), un oro nella Coppa del Mondo Indoor 2016 nella tappa di Nimes (FRA) e un Bronzo a squadre nel Preolimpico 2016 di Antalya (TUR), oltre ad un titolo di Campione Italiano Indoor 2016 conquistato a Rimini (ma era già stata Argento a Padova 2012). Proprio sulla base di questa escalation di successi, abbiamo voluto intervistare la capitana azzurra alla vigilia di un viaggio che, speriamo, possa essere ricco di soddisfazioni!

Guendalina...fin da piccola hai praticato diversi sport, ma come ti sei avvicinata al tiro con l'arco?
"Mi sono avvicinata al tiro con l’arco dopo aver praticato per anni nuoto e pallavolo. A Monselice ogni Settembre si svolge una manifestazione, il Palio. La città, divisa per l'occasione in nove contrade, si sfida in varie gare ispirate all’epoca medioevale e tra queste è presente il tiro con l’arco. Fin dalle prime volte che i miei genitori mi portavano a vedere queste sfide, il tiro con l’arco mi ha sempre appassionato tantissimo. Negli anni li ho poi portati all’esasperazione chiedendo numerose volte di farmi provare, finché hanno ceduto. Ormai 16 anni fa".

Hai iniziato poi la tua attività agonistica nel 2000 con l'arco olimpico: perché questa specialità e non quella del compound?​"Quando ho iniziato ero piccola e mi hanno fin da subito indirizzata verso l’olimpico e da li non ho mai cambiato, non ho neanche mai voluto cambiare arco. Sempre e solo olimpico. Ormai ho acquisito una familiarità tale da essere quasi devota a quest’arco che non cambierei per niente al mondo".

Nella tua carriera hai inoltre potuto tirare a fianco di una campionessa come l'italiana Natalia Valeeva...cosa ti ha lasciato in eredità questo sodalizio?
"Natalia è stata, e sempre sarà, una grandissima campionessa. Mi ha insegnato molto in questi ultimi cinque anni di gare sempre fianco a fianco. Mi ha fatto capire che nelle gare devi restare concentrata sempre, mai lasciarti influenzare da niente e da nessuno. Mi ha insegnato a trascinare una squadra verso la vittoria, comunque vada poi la gara e ad essere rispettosa dell’avversario".

Oggi gareggi per i colori dell'Aeronautica Militare, come tanti altri atleti italiani di livello internazionale. Una scelta che rifaresti?
"Certo, sono orgogliosa di far parte dell’Aeronautica Militare, questo splendido gruppo sportivo mi fa sentire all’interno di una grandissima famiglia. Rifarei questa scelta miliardi di volte se me ne venisse data la possibilità".

A giugno al Preolimpico di Antalya (Turchia), insieme a Claudia Mandia e Lucilla Boari, vi siete qualificate di diritto alle Olimpiadi dopo un ottimo terzo posto a squadre. Come è stato quel momento? Andare a Rio, d'altronde, era un sogno che avevano in molti...e nel 2012 a Londra ci eri andata molto vicino...
"E' vero, nel 2012 sono arrivata ad un passo dal sogno, ma sono rimasta in Italia come 'riserva' a tifare comunque le mie compagne! Per quanto riguarda invece la Turchia, vi racconto un anedodoto: nello scontro che decretava il passaggio o meno alle Olimpiadi siamo arrivate alla freccia di spareggio, che nella gara a squadre consiste in una feccia per componente della squadra. Io tiro per prima ed esco dalla linea di tiro andandomi a piazzare dietro al cannocchiale per vedere le frecce. Guardo sul nostro paglione e c’è il mio 8, subito dopo arriva la freccia di Lucilla, 10 vicino alla perfezione. Controllo il paglione delle avversarie e, velocissime a tirare, avevano già scoccato le loro tre frecce con rispettivamente 10, 9 e 8. Facendo due conti veloci, e cercando restare molto razionale, realizzo che se Claudia centra un 9 ci siamo, andremo alle Olimpiadi. Ecco allora in sequenza 10, 9, 8 e 10, 9, 8: è parità si, ma la nostra freccia è più vicina alla X e quindi più 'perfetta'. A quel punto non ho capito più nulla ed è iniziata la festa con tutto lo staff azzurro!"

Tre giovani donne tutte esordienti ai Giochi Olimpici...cosa vi aspettate quindi dal Brasile? Puntate a fare esperienza o magari a raggiungere già il podio? E per quanto riguarda il singolo, l'obiettivo sarà almeno la Top10?
"Esordienti ai Giochi Olimpici si effettivamente e Lucilla ha anche fatto poche gare con la nazionale Senior, ma comunque sia siamo una bella squadra, affiatata e complice, ed erano anni che non si vedeva una squadra così unita. A puntare alto non si sbaglia mai giusto? Noi ci proviamo, poi quel che viene è sempre ben accetto. Per quanto riguarda me, quest’anno è andata particolarmente bene, puntare perciò ad una Top 10 non mi dispiacerebbe proprio per niente".

A Rio dovrai gareggiare sia nella prova individuale che nel relay a squadre, dove sarai anche il capitano...Emozionata per questo nuovo ruolo? 
"Emozionata si, sarò l’unica che non si potrà permettere distrazioni, dovrò fare l’apripista alle ragazze e loro dovranno essere brave a seguirmi. Sarà per tutte e tre la prima Olimpiade: vivremo esperienze mai vissute fin d'ora nella nostra vita, vedremo cose e persone mai viste, ma dovremo stare attente a non lasciarci deviare, rimanendo sempre sul pezzo".

Lo scorso anno in questo periodo eri a Baku (Azerbaijan) per la prima edizione dei Giochi Europei, i quali hanno fatto un po' da apripista per queste Olimpiadi...come ti sei trovata? 
"Mi sono trovata benissimo e a mio agio in ogni momento. Purtroppo neanche a Baku abbiamo potuto assistere alla cerimonia di apertura e a quella di chiusura, lo stesso capiterà a Rio. Peccato. Ma non è molto importante questo. Ciò che conta è vivere bene il momento e goderselo al meglio in tutto e per tutto".

Il coach della Nazionale Van Alten ha dovuto in queste settimane fare poi i conti, in ambito maschile, con lo scarso stato di forma di una leggenda come Frangilli, portando di conseguenza a Rio Pasqualucci, Nespoli e Galiazzo...come vedi questo avvicendamento nel team?
"È stata una decisione molto difficile, ha dovuto valutare due leggende per un posto solo, fossero stati due esordienti avrebbe avuto meno difficoltà, anche se la Spada di Damocle sta sempre sopra la sua testa. Un esempio un po’ esagerato, ma rende l’idea sulla difficoltà della scelta".

Per quanto riguarda invece i tuoi familiari, come hanno preso nel tempo questa tua attività? Tra l'altro hai anche una sorella più giovane, Nicole...ha mai provato a farla tirare?
"Quando ho iniziato io ha iniziato anche lei. Al principio era anche più brava di me, poi ha pensato bene di dedicarsi allo studio con ottimi risultati, tanto da laurearsi recentemente. Io per fortuna però non mai dovuto sacrificare la scuola per il tiro con l’arco, anche perchè non ho mai gareggiato in competizione giovanili con la nazionale, quindi mi allenavo in tutta tranquillità. È stato dopo la maturità che ho voluto provarci seriamente, ma già con la nazionale Senior, quindi con i big. E un po’ alla volta mi sono ritagliata il mio posticino".

Cosa consiglieresti ad un giovane che si vuole affacciare per la prima volta a questo sport?
"Il tiro con l’arco è uno sport che ti insegna a migliorare il rapporto con te stesso e con gli altri, ti permette anche a tir fuori il meglio di te e a reagire quando le cose non vanno, ma anche a rimanere concentrato e a trovare la tranquillità quando non ce l’hai. Si tratta di uno sport in cui si usa molto la testa e poi il resto del corpo".

Esulando un attimo dal tiro con l'arco, hai hobby o passioni particolari? Come passi le giornate?
"Le giornate le passo al campo di Cantalupa (TO) ad allenarmi, ma nei momenti liberi mi piace leggere libri (nel Kindle ogni tanto ne scarico di nuovi, ma ho talmente poco tempo che non  riesco mai a leggerli). Appuntamento fisso poi del giovedì è il ritrovo del DMC Padova, raduno di motociclisti possessori di Ducati Monster, che io però non possiedo, ma il mio compagno fortunatamente si."

A questo punto non resta che farti un grossissimo in bocca al lupo e augurarti di vivere al meglio questa esperienza...anzi, un'ultima domanda è d'obbligo: sei pronta per la Cerimonia di Apertura? Selfie, foto e video sono quasi d'obbligo per gli atleti infatti!
"Si sono pronta a vedere la Cerimonia di Apertura come tutti voi dal televisore e pronta a sentirmelo raccontare dagli altri. Purtroppo infatti noi non ci saremo: è un evento troppo vicino alla gara e stancante, dobbiamo assolutamente riposare!".

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