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Delitti senza colpevole: il caso dell'omicidio Simonetto a Pieve di Soligo

Era il 7 febbraio 2012: nel parcheggio del mobilificio "Mistral" il caporeparto 49enne venne freddato con tre colpi di fucile. Una telecamera inquadrò l'auto del killer durante i sopralluoghi e la sera in cui avvenne la "spedizione punitiva"

PIEVE DI SOLIGO Martedì 7 febbraio 2012, ore 18.30 circa, parcheggio del mobilificio "Mistral" di Pieve di Soligo, in via Zaniol. Emanuele Simonetto, 49enne originario di Farra di Soligo, caporeparto della "Arpa Verniciature", chiude il portone della fabbrica per rincasare. E' solo. L'uomo sale a bordo della sua Opel Astra, accende il mezzo ma quando arriva di fronte al cancello d'uscita, di fronte a lui, si para un individuo, armato di fucile. Simonetto non ha il tempo di realizzare quel che sta accadendo. Il bandito esplode un primo colpo che trapassa il parabrezza dell'auto e trafigge il 49enne al torace. Il caporeparto, ferito, scende dal mezzo, per fuggire, salvarsi, ma viene raggiunto da altri due colpi, tra cui uno al fianco che risulterà mortale. Il killer fugge, nell'oscurità, e di lui non si saprà più nulla.

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A dare l'allarme quella sera è il titolare di una ditta confinante, Odillo Sech che sentì distintamente gli spari. Simonetto, separato con un figlio all'epoca diciannovenne, Riccardo, viveva solo in un appartamento a Farra di Soligo, in via Martiri. Il pm Valmassoi e i carabinieri del nucleo investigativo di Treviso danno subito il via alle indagini e interrogano molti tra colleghi e dipendenti. La convinzione è quella che l'ambiente lavorativo sia l'ambiente in cui è maturato l'omicidio: l'ipotesi è che possa essere stata una ritorsione per alcuni licenziamenti attuati dall'azienda ed avvallati proprio da Simonetto. L'indagine si presenta fin da subito molto complessa. Le perizie rivelano che il killer ha utilizzato un fucile modificato per non far cadere i bossoli, con proiettili autoprodotti. C'è una telecamera presso un'azienda confinante: immortala, in occasione dell'omicidio ma anche in alcune serate precedenti (si ipotizzò per dei sopralluoghi), i fari di un'auto che da un terreno adiacente allo stabilimento si avvicina alla "Mistral". Impossibile distinguere il modello o la targa del mezzo. Nel marzo del 2015, dopo anni di indagini infruttuose, il caso viene archiviato.

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