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Benetton Formula 1: da semplice sponsor al titolo mondiale con Michael Schumacher

"Quando la Benetton è entrata in Formula 1 mi sono detto che qualcosa stava cambiando. All'improvviso sono comparsi dei colori, tanti colori. E si è creata un'atmosfera mondana e di festa che ha fatto bene a tutti, costringendo anche gli altri a cambiare. È stata questa la grande rivoluzione che la Benetton ha portato. Ma non sarebbe stata credibile se poi non fossero arrivate le vittorie e i titoli mondiali a suggellare un impegno che era anche tecnico e industriale. Nelle corse, come nella vita, non si vince mai per caso"(Bernie Ecclestone)

TREVISO La Benetton Formula è stata una scuderia di Formula 1 di proprietà dell'omonima azienda tessile trevigiana che aveva comprato la struttura della Toleman grazie all'interessamento di patron Luciano Benetton. Dopo aver vinto 27 Gran Premi e fatto registrare 15 pole-position (su un totale di 260 gare disputate), due Campionati del Mondo piloti con Michael Schumacher nel 1994 e 1995 e il Campionato Costruttori nel 1995, con a capo Flavio Briatore, la squadra è stata ceduta alla Renault alla fine del 2001. Da sempre riconosciuta da tutti come una monoposto veloce e di sicura affidabilità, le monoposto furono inizialmente motorizzate BMW (1986) per poi passare a Ford (1987-1994) e infine utilizzare i propulsori Supertec (1998-2000) e Renault (1995-1997 e 2001). Tra i piloti più noti della scuderia, oltre al pluricampione tedesco (con 68 GP e 19 vittorie), si annoverano Giancarlo Fisichella (66 GP), Jean Alesi (33 GP), Nelson Piquet (32 GP e 3 vittorie), Gerhard Berger (46 GP e 2 vittorie), Riccardo Patrese (16 GP), Johnny Herbert (24 GP, 2 vittorie), l'altissimo Alexander Wurz (52 GP), Alessandro Nannini (46 GP, 1 vittoria), Teo Fabi, Thierry Boutsen, Jos Verstappen, Emanuele Pirro, JJ Lehto, Roberto Moreno e Martin Brundle.

La scuderia Benetton corse con licenza automobilistica britannica dal 1986 al 1995, e con licenza italiana dal 1996 al 2001. La sede operativa rimase comunque sempre in Inghilterra tra Witney ed Enstone. La Benetton entrò però nel mondo delle corse nel 1983, non direttamente come squadra, ma come sponsor della scuderia Tyrrell. I due anni successivi poi l'azienda veneta sponsorizzò l'Alfa Romeo e la Toleman. A fine 1985, poi i Benetton acquistarono le scuderie Toleman e Spirit andando a fondare una loro squadra: la Benetton Formula. Il 1986 fu l'anno di debutto della Benetton. I piloti erano Teo Fabi e Gerhard Berger; il motore era il 4 cilindri turbo BMW. L'inizio fu buono, con 8 punti nelle prime tre gare. Seguì una lunga crisi, che però si concluse con una sorprendente vittoria in Messico ad opera del giovane Berger. Fabi ottenne inoltre due pole position a Zeltweg e a Monza. Nel 1987 iniziò la collaborazione con il motorista Ford che durò per otto anni. I piloti erano Fabi e Thierry Boutsen, il motore il V6 turbo Ford. L'anno terminò con 28 punti, due podi, e il quinto posto fra i costruttori. Nel 1988 il team abbandonò il turbo per il V8 aspirato Ford; le vetture guidate da Boutsen e Alessandro Nannini ottennero diversi terzi posti e il terzo posto complessivo nella classifica costruttori con 39 punti, dietro alla Ferrari e alla inavvicinabile McLaren.

Il 1989 vide Nannini vincere in Giappone (anche grazie alla squalifica di Ayrton Senna), ma la squadra si piazzò quarta tra i costruttori, dietro anche alla Williams. La seconda vettura fu inizialmente affidata a Johnny Herbert, ancora convalescente dopo un grave incidente in F.3000 nel 1988; vi furono però contrasti all'interno del team tra Peter Collinse Flavio Briatore, a seguito dei quali Collins e Herbert lasciarono la squadra. Al pilota inglese subentrò Emanuele Pirro. Alla fine della stagione la Benetton si assicurò per l'anno successivo il pilota Nelson Piquet e il progettista John Barnard. Il campione brasiliano vinse le ultime due gare della stagione 1990, arrivando terzo tra i piloti. La squadra conquistò il terzo posto tra i costruttori. Alessandro Nannini però dovette lasciare la Formula 1 dopo un grave incidente in elicottero verso la fine della stagione; fu sostituito dal collaudatore Roberto Moreno, che arrivò secondo in Giappone dietro al compagno di squadra Piquet. Il 1991 si aprì con Piquet (alla sua ultima stagione) e Moreno alla guida; ma la Benetton ingaggiò a Monza il giovanissimo talento Michael Schumacher, strappandolo alla Jordan con cui aveva appena debuttato, appiedando così Moreno. Piquet conquistò una fortunosa vittoria in Canada; il team finì quarto tra i costruttori. Barnard lasciò la squadra a metà stagione; alla direzione tecnica arrivarono Ross Brawn e il rientrante progettista Rory Byrne.

Nel 1992 la Benetton scelse come piloti Schumacher e Martin Brundle. Arrivò una vittoria in Belgio, a Spa (la prima in carriera per Schumacher); almeno una delle due vetture andò a punti in tutte le gare. La stagione finì con 91 punti (un record) e il terzo posto tra i costruttori. Nel 1993 la scuderia si mantenne sui livelli della stagione precedente, ma i progressi tecnici furono particolarmente lenti: il controllo di trazione non fu introdotto che da metà stagione. Schumacher vinse il Gran Premio del Portogallo. Il suo compagno di squadra era Riccardo Patrese, alla sua ultima stagione in Formula 1. Nel 1994, in una stagione tragica, che vide anche la morte di Ayrton Senna, la Benetton si presentava con la competitiva B194: ottimizzata per lo stile di guida di Michael Schumacher e aerodinamicamente efficace (tanto da supplire alla non eccezionale potenza del comunque solido motore V8 Ford Zetec-R), permise al tedesco di aggiudicarsi il mondiale piloti con 8 vittorie. La squadra non riuscì tuttavia a conquistare il titolo costruttori (appannaggio della Williams) per soli quindici punti, anche perché le prestazioni degli altri piloti (JJ Lehto, Jos Verstappen, salvato dal rogo della sua auto durante un rifornimento durante il gp di Germania e Johnny Herbert, che si alternarono durante la stagione, alla guida della seconda vettura) non erano all'altezza di quelle di Schumacher (che a sua volta dovette saltare quattro gare per squalifica).

Il titolo costruttori arrivò infine nel 1995, ove la Benetton raccolse 137 punti e 11 vittorie (tra le quali anche una doppietta in Spagna). La vettura impiegata era la B195, motorizzata non più da Ford ma dal V10 Renault (come le Williams), che permise a Schumacher di riconfermarsi campione del mondo con 9 successi su 17 corse. Buone furono anche le prestazioni del secondo pilota Johnny Herbert, che vinse a Silverstone e a Monza e si piazzò regolarmente a punti, consentendo alla squadra di Briatore di vincere anche la classifica marche. Nell'estate 1995 Michael Schumacher decise tuttavia di accettare l'ingaggio della Ferrari per il 1996. Il 1996 vide la Benetton correre con la sola licenza italiana, ma la sede della squadra rimase in Inghilterra. La nuova Benetton B196, che appariva, perlopiù, come una versione lievemente rivisitata e adattata ai nuovi regolamenti 1996 (poggiatesta laterali), piuttosto che una vettura completamente nuova, era un gradino sotto la Williams e quasi pari alla Ferrari. La nuova coppia Alesi-Berger nonostante gli sforzi non riuscì a far rivivere i fasti di Schumacher, ma ottenne vari piazzamenti a punti (14 volte su 16 gare). Con questi risultati la scuderia giunse al terzo posto nella classifica costruttori a fine stagione, un secondo posto in campionato perso proprio all'ultimo appuntamento in Giappone.

Nel 1997 la Benetton presenta la Benetton B197. La vettura è profondamente rivista, rispetto alla precedente. L'unico vero problema è il fatto che, questa vettura, soffre di mancanza congenita di carico aerodinamico, perciò patisce nei circuiti con tratti guidati o lenti (vedi Hungaroring) e si trova, al contrario, bene sui circuiti con alte velocità di punta (vedi Hockenheimring). La coppia Alesi-Berger, fu confermata, anche se, l'austriaco, annuncia che il 1997, sarà la sua ultima stagione in Formula 1. Dopo una partenza di campionato tra alti e bassi (il ritiro di Alesi in Australia, poiché rimasto senza benzina e il 2º posto di Berger in Brasile, alle spalle di Villeneuve), nessun podio, fino al Gran Premio di Spagna, con il 3º posto di Alesi. Alexander Wurz sostituisce Berger, assente per motivi personali (dopo la morte del Padre, in un incidente aereo), per 3 gran Premi, a centro stagione (Canada, Francia e Gran Bretagna). In Gran Bretagna, coglie anche un 3º posto, alle spalle del compagno di squadra, Alesi, giunto secondo e del vincitore Villeneuve (che conquista la 100sima vittoria per la Williams). Con Wurz, fu l'ultima volta in cui la Benetton sostituisce un pilota in corsa.

Al successivo Gran Premio di Germania, l'ex pilota McLaren, riprende il suo posto da titolare e, immediatamente, arriva, dopo un 1996 avaro di soddisfazioni, un successo iridato, con Berger che riuscì a conquistare la sua ultima vittoria nel GP di Germania. Questa rimarrà anche l'ultima vittoria per la scuderia (per quanto riguarda la successione della squadra, passata poi a Renault, questa è l'ultima vittoria fino al Gran Premio d'Ungheria 2003, con Fernando Alonso). Berger è stato il pilota che ha portato per la prima volta al successo la Benetton, ed è stato anche colui che ha ottenuto l'ultimo trionfo. Lo stesso vale per lo stesso pilota austriaco, il quale ha ottenuto anch'esso la prima è l'ultima vittoria in carriera. A fine stagione, la Benetton fu ancora terza nel campionato costruttori anche se, questa volta, più staccata dalla coppia Williams e Ferrari. Verso la fine della stagione, Flavio Briatore venne rimosso dal suo incarico e sostituito da David Richards.

L'anno successivo in Benetton, come in Williams, si visse una stagione di transizione. Cambiano i regolamenti e le vetture si restringono. La Benetton passa agli pneumatici Bridgestone, ora scanalati. Cambiarono anche i piloti, con la promozione a titolare di Alexander Wurz e l'acquisto dell'italiano Giancarlo Fisichella. Inoltre la Renault si ritirò dalla F1: i suoi motori vennero passati alla Mecachrome che li distribuì a Williams e Benetton; quelli della Benetton erano stati ribattezzati Playlife, dal nome di uno dei marchi del gruppo Benetton. Le prestazioni della stagione precedente non furono però eguagliate: dei due piloti solo Giancarlo Fisichella arrivò sul podio in 2 occasioni, mentre il compagno Wurz solo a cogliere piazzamenti in zona punti. A fine stagione la squadra giunse quinta nel campionato costruttori, battuta da McLaren, Ferrari, Williams e Jordan. A ottobre, anche David Richards se ne andò, e al suo posto fu assunto Rocco Benetton.

Per il 1999, la società di Flavio Briatore acquistò i motori Mecachrome (che ridenominò Supertec) e i relativi diritti di distribuzione. I Supertec della Benetton erano ancora denominati Playlife. La squadra visse una stagione negativa; fu surclassata anche dalla Stewart, e finì sesta in classifica costruttori. Nel 2000 sembrò esserci una piccola ripresa, con un quarto posto nella classifica dei costruttori e due podi ottenuti da Fisichella, dovuta, in buona parte, anche alle pessime prestazioni della rivale Jordan (più veloce ma decisamente meno affidabile). All'inizio della stagione, arrivò l'annuncio che la scuderia era stata venduta alla Renault. La nuova proprietà riportò Flavio Briatore nel ruolo di direttore sportivo. Il 2001 fu l'ultimo anno di attività della Benetton, che anche con il ritorno della fornitura di motori Renault non ottenne piazzamenti di rilievo, eccetto un podio di Fisichella in Belgio. Compagno di squadra dell'italiano era per il 2001 l'inglese futuro campione del mondo Jenson Button. Nel febbraio 2002, la Renault rilevò la licenza della scuderia dando così l'addio ad un'era .

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