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Strage di Bologna: i terroristi prepararono l'attentato partendo da Villorba

E' quanto emerge dai documenti presentati nel processo che vede Gilberto Cavallini accusato di aver avuto un ruolo chiave nell'aiuto alla preparazione della strage bolognese

VILLORBA Una pista trevigiana per la strage di Bologna. E' quanto emerge dai documenti del processo contro l'ergastolano Gilberto Cavallini, accusato di aver commesso "atti diretti a realizzare una strage sul territorio nazionale con il fine di uccidere un elevato numero di persone".

Secondo quanto riportato da "Il Corriere del Veneto" infatti, Cavallini (che è stato momentaneamente rinviato a giudizio) avrebbe avuto un ruolo fondamentale come fiancheggiatore dei Nar che il 2 agosto del 1980 piazzarono la valigetta esplosiva che uccise 85 persone e ne ferì oltre duecento nella stazione ferroviaria bolognese. All'epoca dei fatti Cavallini abitava con la compagna Flavia Sbrojavacca in un'abitazione del comune di Villorba in cui avrebbe ospitato, nei giorni immediatamente precedenti la strage, Luigi Ciavardini, proveniente da Venezia, Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, accusati di essere gli esecutori materiali dell'attentato alla stazione dei treni. Secondo i documenti presentati dall'accusa in tribunale, Gilberto Cavallini, oltre a offrire rifugio e copertura ai terroristi pochi giorni prima della strage, avrebbe fornito loro anche "la vettura necessaria per lo spostamento da Villorba alla stazione ferroviaria di Bologna e ritorno, avendo la disponibilità di più automobili, tra le quali una Opel Kadett bianca e una Bmw grigia". In sostanza, proprio grazie all'auto messa a disposizione da Cavallini il terzetto sarebbe riuscito a raggiungere il luogo in cui fu piazzata la bomba.

Non solo: oltre a macchina e ospitalità, Cavallini avrebbe preparato anche una serie di documenti falsi usati dagli attentatori nei giorni immediatamente successivi alla strage. Davanti a simili accuse l'avvocato Farinelli, difensore di Cavallini, ha dichiarato: "È vero che il mio assistito li ospitò a Villorba, ma lì restarono, spostandosi tra Treviso e Padova, fino al 4 agosto, due giorni dopo l'attentato alla stazione dei treni di Bologna". "Non mi aspettavo niente, non ho avuto niente" conclude lapidario Cavallini dopo la notizia del suo rinvio a giudizio. A trentasette anni da una delle pagine più nere della Storia italiana, i tanti misteri che avvolgono la strage di Bologna sembrano ancora molto lontani dall'essere chiariti una volta per tutte.

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