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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Suoni di Marca, in 360mila sulle mura, Gatto: "Stiamo già preparando l'edizione 2019"

Il direttore artistico del festival: "Quest’anno abbiamo scelto appuntamenti più di nicchia, per spalmare il pubblico nelle diverse serate"

TREVISO Non è ancora il momento di andare in vacanza, perché la complessa macchina tecnica e organizzativa richiede alcuni giorni di smontaggio. Ma è oramai il momento di tirare le somme, per la 28ma edizione Suoni di Marca, il festival musicale gratuito più lungo d’Italia, conclusosi domenica 5 agosto. E dopo un centinaio di appuntamenti musicali in diciotto serate, che hanno coinvolto oltre cinquecento artisti, dalle star internazionali ai gruppi giovanili locali (spaziando da Rossini allo ska, dal jazz al pop, dalla canzone d’autore al rock, dal rap alla musica indipendente fino al tango), dopo un mese di lavoro “fisico” e un anno di lavoro progettuale, la soddisfazione è sicuramente superiore alla stanchezza, per Paolo Gatto, ideatore e direttore artistico del festival.

“Sono particolarmente soddisfatto di come il pubblico ha accolto ancora una volta con favore la nostra proposta di rendere la musica di qualità parte integrante della vita sociale, popolando con gioia e serenità la ‘città nella città’ sulle Mura, per ascoltare musica senza limiti di genere anche passeggiando e chiacchierando con gli amici. Anche se è difficile definire il numero le presenze – perché il pubblico di Suoni di Marca comincia ad affluire già verso le 18 e fino a tarda notte cambia continuamente - quelle dell’edizione appena conclusa si può stimare complessivamente oltre le 360.000 persone. E mi fa piacere ricordare che anche nelle due date in cui abbiamo dovuto sospendere i concerti per il maltempo, prima e dopo, la pioggia le Mura erano affollate. La musica è e resta il cuore di Suoni di Marca, divenuto appuntamento imprescindibile dell’estate trevigiana, una “piazza” dove incontrarsi in una cornice storica, ascoltando generi musicali sempre diversi  in tante serate caratterizzate da temi ben specifici. Perché quel che “si vede e si ascolta” al festival, infatti, è frutto di un’attenta programmazione artistica volta soprattutto valorizzare la musica attraverso la partecipazione attiva dei cittadini, per garantire il dialogo costante con il territorio e la gratuità dei concerti. È ancora Gatto a spiegare che “Suoni di Marca si può riassumere nella continua ricerca di equilibrio tra generi musicali differenti senza alcuna preclusione intellettuale e rispettando la straordinaria cornice in cui si svolge”.

Perché un grande evento di rilevanza nazionale come questo, le scelte artistiche non bastano: “In tanti anni di lavoro e di affiatamento - precisa - l’efficienza dell’audio service è oramai noto nell’ambiente musicale, tanto che molti artisti hanno voluto utilizzarlo lasciando a casa la loro produzione; efficienza che hanno dimostrato anche le direttrici di palco che hanno controllato con estrema precisione orari di inizio e termine della manifestazione. Ma Suoni di Marca è anche più di cento volontari impegnati nella raccolta differenziata (che da anni supera la soglia del 90%, con tanto di complimenti e attestati di Contarina, ndr),  e che non lasciano le Mura fino a tarda notte, per riconsegnare alla città il luogo perfettamente pulito ed ordinato, tanto che già a alle 4 non c’è più una sola cartaccia in giro, cosa che spesso meraviglia anche i residenti che vi passeggiano la mattina presto. E’ anche attenzione quasi maniacale al volume del suono, tanto non c’è stata una sola lamentela, quest’anno, da chi vive vicino alle Mura, e grande attenzione alla  sicurezza, grazie anche alla consolidata collaborazione con le forze dell’ordine, con la Polizia Locale e in particolare con la vicecommissario Giuliana Dal Pozzo, che ha reso possibile una perfetta sincronia con security, protezione civile e forze dell’ordine, garantendo  la mobilità veicolare”.

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“Ho cercato di ringraziare ogni sera tutti coloro che rendono possibile la realizzazione del Festival, ma vorrei farlo ancora una volta in questa sede, perché sono tutti straordinari: siamo una squadra che negli anni è diventata quasi una famiglia, e constato un impegno incredibile in tutti i collaboratori, consapevoli di essere un tassello importante di questo sorprendente puzzle dove anche quest’anno oggi tessera ha trovato il suo posto, e tutto è filato più che liscio”. Il Festival, insomma, continua a crescere e nonostante due serate di forte pioggia e il caldo tropicale il pubblico continua a partecipare numerosissimo, come osserva il suo patron: “Lo scorso anno Suoni di Marca è stato il primo festival veneto a dover affrontare i vincoli della Circolare Gabrielli (del 7 giugno 2017, ndr) riguardo la sicurezza delle manifestazioni pubbliche. Non è stato facile ma anche il Festival 2017 si è svolto in totale sicurezza. Quest’anno, per non incorrere nelle stesse difficoltà, abbiamo scelto appuntamenti più ‘di nicchia’, per spalmare il pubblico nelle diverse serate. È nato così un cartellone di grande qualità ma anche molto ‘specializzato’ che ci ha permesso di meglio prevedere gli afflussi. Concerti come quelli dei Morcheeba, dei Canned Heat, di Nina Zilli o di Rick Wakeman sono stati artisticamente straordinari ed hanno richiamato un pubblico enorme, ma assolutamente sostenibile per le Mura e per le nostre capacità.

Le recenti modifiche alla Circolare Gabrielli ci permettono fin da ora di cominciare a progettare un’edizione 2019 più popolare e, con qualche innovazione logistica, saremo nuovamente in grado di mantenere fede al nostro claim ed essere sempre più il ‘Festival che ti sorprende’ con artisti di grandissimo richiamo”.

Nessun’altra anticipazione, in merito, ovviamente, se non che “vorremmo spostare verso il lato lungo delle Mura la passeggiata del gusto, l’artigianato e lo spazio dedicato alle associazioni - per noi imprescindibili sia per il dialogo con il territorio, sia per consentire la gratuità di tutti i concerti - inserendo ulteriori palcoscenici lungo le Mura. Questo ci consentirebbe di ampliare la platea del Bastione San Marco e di rendere più scorrevole l’accesso anche a un pubblico più numeroso. Per ora è solo un progetto, ma ci metteremo presto al lavoro per realizzarlo, confidando anche nella disponibilità del Comune e delle diverse Autorità che sovrintendono all’ordine pubblico, agli sponsor che continuano a sostenerci con generoso entusiasmo e a tutte le Istituzioni, dalla Camera di Commercio, alla Provincia, alla Regione Veneto, che ci sono vicine”.

Ma torniamo alla musica: quali saranno le pagine più preziose nell’album dei ricordi di Paolo Gatto per questa edizione? “La spettacolarità dei concerti dei Morcheeba e di Nina Zilli sicuramente, ma anche il silenzio nel quale Wakeman e il suo pianoforte hanno stregato il pubblico, senza dimenticare l’energia di Willie Peyote, la generosità di Red Canzian, la performance unplugged di Gianluca Grignani. Ma mi piace anche ricordare anche alcuni concerti di apertura affidati ad artisti meno noti e che spesso ci hanno sorpreso, come l’incredibile voce di Cristina Russo o il talento dei Superportua, senza dimenticare la “musica di Marca”, con Tolo Marton nella speciale jam session con o Radiofiera, il ritorno di Gianluca Mosole, la reunion dei King Size e oltre ottanta band che hanno affollato i tre second stage, mostrando quanto fermento musicale sia presente nella nostra città. I momenti speciali di questo Festival sono stati troppi, per poterli qui ricordare tutti. È stata un’edizione magnifica”.

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