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Un viaggio a piedi lungo l'Italia per arrivare a Bruxelles: ecco Marco, Marina e Bricco

Partiti a piedi l'1 Maggio dal Lazio, ora il trio punta ad arrivare il 18 Ottobre in Belgio. Loperfido (Aigae): "Che bella Vittorio Veneto, vediamo le Alpi: non ci fanno paura"

VITTORIO VENETO Hanno già attraversato già 40 borghi italiani, tra circa 30 giorni lasceranno l’Italia. Prosegue spedito il cammino a piedi delle Guide Ambientali Escursionistiche Aigae, Marco Saverio Loperfido, Marina ed il cane Bricco, partiti il 1 Maggio dal viterbese per raggiungere a piedi Bruxelles dove arriveranno il 18 Ottobre. Lungo la strada le associazioni di volontariato del Terzo Settore stanno consegnando loro progetti che i tre “postini” consegneranno al Parlamento Europeo e sarà, con ogni probabilità, il Presidente Tajani in persona a riceverli all’arrivo. 

“Da Venezia a Jesolo, abbiamo camminato per 8 ore. Non è stata una via facile per chi cammina. C’è una tratta da fare su traghetto – ha dichiarato Marco Loperfido -  una lunghissima strada da percorrere fino in fondo e sempre dritti, una zona residenziale anonima come un limbo, un ponte trafficato e ostile, una zona turistica con muraglioni di hotel a destra e sinistra e infine una interminabile-ciclabile che conduce a Jesolo paese. Una prova di nervi e resistenza. Ma andare a piedi è anche questo: avere il coraggio e la pazienza di attraversare le Terre di Mezzo. Bella Jesolo bagnata dal fiume Stile e la sua piazzetta. Da Jesolo a San Donà di Piave piena natura. Ed abbiamo incontrato amici. Tempo fa lungo gli argini di questi fiumi, mi spiega Roberta, c’erano degli uomini che tiravano le barche con delle corde. Le portavano da una parte all’altra, lasciandole scivolare sull’acqua. Così ci siamo sentiti noi, accompagnati dai nostri amici mentre costeggiavamo il fiume e lo risalivamo. E anche se il mare si allontanava alle nostre spalle e le Alpi si facevano avanti, noi non abbiamo avuto paura perché la corda che i nostri amici tenevano e si passavano di mano era ed è buona e resistente.”

L’incontro con il Piave

A Fagarè della Battaglia c’è il memoriale ai caduti del Piave e noi lo abbiamo visto. L’11 Giugno siamo riusciti ad arrivare sulle rive del Piave. La strada era ancora lunga – ha proseguito Loperfido -  e sulle rive del Piave faceva molto caldo così alla prima ombra ci siamo fermati a riposare. Ho sognato che il soldato Hemingway mi veniva incontro in bicicletta, con un dispaccio su cui c’era scritto: “La guerra è ancora lunga e per vincerla bisogna avere capisaldi resistenti, ma specialmente un fronte elastico che si modifichi all’occorrenza”. Poi mi sono svegliato, ho preso il messaggio e l’ho messo nello zaino. La strada è ancora lunga verso Bruxelles e noi abbiamo attraversato un altro pezzo della nostra storia. La via evidenziata dalla Monaco-Venezia era molto trafficata, dunque pericolosa, solo per ciclisti. Noi abbiamo voluto regalare una nuovissima mappatura, esclusivamente per escursionisti. Dunque caparbiamente, ci siamo infilati per sentieri, strade sconosciute, vie boscose e fresche, e siamo riusciti a mappare percorsi alternativi. Lasciando Fagarè abbiamo  imboccato  Via Molina Sega ed abbiamo assolutamente fatto una visita al monumento che ricorda il sacrificio dei ragazzi del 1899 i quali, ad appena 18 anni, si immolarono qui in una battaglia estenuante che fermò l’avanzata austro-ungarica durante la Grande Guerra. Dopo la salita di Colfosco ci siamo voltati e vedendo il territorio dall’alto abbiamo capito che per ben 20 giorni non abbiamo mai avuto uno sguardo d’insieme sul paesaggio. Forse è questo l’elemento più faticoso e allo stesso tempo introspettivo della pianura: ti proietta in te stesso, senza possibilità di fuga. Sei dentro alle strade, o dentro alla calura, o dentro alla nebbia. I campanili dei paesi emergono verticalmente verso l’alto e sfilano al tuo passaggio, ma tu stai piantato a poche decine di centimetri da terra e lì dovrai restare per molto…almeno fino alla prima salita. Ben 7 ore di cammino da Maserada sul Piave a Collalto, costeggiando il fiume e conoscendo storie”.

Tra strade e salite, ma anche casali di una volta, vigneti, trattori, boschi e bellissimi torrenti Marco, Marinae Bricco hanno poi raggiunto Refrontolo che si trova su un belvedere collinare di fronte al Quartier del Piave e al Montello. C’è la famosa produzione del vino Marzemino e siamo in posizione centrale rispetto alle colline del Prosecco di Conegliano – Valdobbiadene. C’è la Chiesa di Santa Margherita con una pala della scuola di Paris Bordone. Della chiesa si hanno notizie già dall’ XI secolo. Ci sono le bellissime ville venete quali Villa Spada Battaglia Peretti, Villa Capretta Uberti Orlandi Colles-Lorenzon, Villa Ticozzi Aliprandi Meneghetti Pasinetti Ciardi Macari, tutte dell’epoca tra il XVI e XVIII secolo. A Refrontolo si potrà visitare anche il Molinetto della Croda, antico mulino che sfrutta le acque del torrente Lierza. All'interno del mulino si vedere l'impianto con la caratteristica macina e i vari piani dell'abitazione che accoglieva un tempo le famiglie che si sono susseguite alla gestione. Compare in una scena del film del 1977 Mogliamante con Mastroianni e la Antonelli.

In questi giorni Marco, Marina e Bricco hanno raggiunto Vittorio Veneto, città candidata a capitale italiana della Cultura per il 2018. Saranno sui luoghi della storia. Qui vi si combatté la grande battaglia che portò l’esercito italiano alla vittoria su quello austro – ungarico, poi arrivò la resa austriaca e la vittoria italiana della Prima Guerra Mondiale. Ci sono ben 22.000 alberi monumentali ma anche borgate e centri da vedere. Ad esempio la bellissima Loggia dietro le arcate del loggiato si possono ammirare tre affreschi eseguiti da Pomponio Amalteo su disegni del Pordenone. All'interno, nell'aula del Maggior Consiglio, si trovano altri affreschi di Giovanni De Min. Dal 1938 l'edificio ospita la sede del Museo della battaglia, che espone numerosi cimeli e documenti riguardanti la Grande Guerra e in particolare la battaglia di Vittorio Veneto. Da vedere il duomo di Santa Maria Assunta e di San Tiziano Vescovo, visto anche che Vittorio Veneto è sede vescovile. Ma tante le straordinarie bellezze del posto. Ad esempio il quartiere Ceneda è dominato dal castello di San Martino che sorge su un rilievo subito a nord della piazza. Poi si potrà ammirare Villa Costantini Papadopoli, sorta nell’ Ottocento e che fu la dimora di Girolamo Costantini. Ci sono le Ville Venete come Palazzo Lioni, Altan, Doro, del XVII secolo, Villa Zuliani del XVIII secolo, Villa Segat del VIII secolo , Villa Della Coletta del XVII secolo, Villa Posocco del XVIII secolo.  Si può visitare il borgo ebraico. 

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