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Cronaca

Abusi sessuali su una ragazza di 11 anni a cui doveva badare: baby-sitter a processo

Rischia grosso un 19enne trevigiano accusato di violenza sessuale su minore: è accusato di aver avuto almeno tre rapporti completi con la giovane che gli era stata data in affido

TREVISO Per settimane avrebbe abusato di una ragazzina di 11 anni alla quale avrebbe dovuto fare da baby-sitter. Un'accusa pesantissima che ha fatto finire di fronte ai giudici del Tribunale di Treviso, per l'ipotesi di reato di violenza sessuale su minore, un 19enne trevigiano, vicino di casa del padre che si era affidato a lui per badare ai suoi quattro figli mentre si trovava a lavoro visto che la moglie stava attraversando un periodo difficile a causa di una malattia.

Almeno tre i rapporti completi che la ragazzina, secondo l'accusa, sarebbe stata costretta a subire. E sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, per mesi la piccola avrebbe taciuto per paura: stando al suo racconto infatti il 19enne le avrebbe più volte intimato di non dire niente a nessuno altrimenti il padre l'avrebbe picchiata. Accuse che il diretto interessato respinge dicendosi pronto a dimostrarlo in aula.

Di certo c'è che con ogni probabilità quelle presunte violenze, avvenute a cavallo tra il 2014 e il 2015, non sarebbero venute a galla (o almeno ci sarebbe voluto più tempo) se il padre, che non aveva più la possibilità di provvedere ai figli, non li avesse affidati temporaneamente a una comunità. Stando alla ricostruzione degli inquirenti infatti è stato all'interno della comunità che la piccola ha confidato quell'enorme segreto. Nel corso della visita necessaria per essere ammessa, alla domanda del dottore se fosse ancora vergine lei ha risposto di no. E da quella risposta ha poi iniziato a raccontare tutto.

Testimonianza che è stata poi cristallizzata nel corso di un incidente probatorio quando ormai le indagini erano già scattate dopo la tempestiva segnalazione da parte della struttura. In un ambiente protetto la giovane ha descritto quello che avrebbe subìto, aggiungendo anche il perché sarebbe rimasta in silenzio per così tanto tempo. Il pm titolare della delicatissima indagine ha considerato la testimonianza credibile, così come il gip che al termine dell'udienza preliminare ha rinviato a giudizio il 19enne. Il padre della vittima, così come la madre, si sono costituiti pare civile a processo con l'avvocato Giuseppe Muzzupappa e hanno presentato una richiesta danni che dovrà essere però valutata nel corso del procedimento: per il momento si parte da una cifra di 30 mila euro.  

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