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Cronaca

Volume tv troppo alto, anziana condannata a maxi-risarcimento

La donna, dopo anni di notti insonni, era stata denunciata dai vicini esasperati. Il giudice ha accolto la richiesta di risarcimento e l'anziana dovrà pagare 35mila euro

Non prestare attenzione alle lamentele dei vicini può costare caro, molto caro. Lo sa bene un'anziana signora di Treviso, che dovrà sborsare ben trentacinquemila euro per risarcire i vicini. La signora è stata processata due giorni fa. Gli inquilini del lussuoso palazzo in cui vive, famiglie e giovani professionisti, provati da circa dieci anni di notti insonni, si sono costituiti parte civile, riportando una clamorosa vittoria.

La donna si è trasferita nel palazzo nel 2002 e la convivenza si è rivelata sin dall'inizio piuttosto difficile. Pomo della discordia è stato il televisore: la signora infatti lo teneva acceso notte e giorno e a volume altissimo. Il suono, nonostante l'isolamento acustico, si propagava di stanza in stanza, lungo il corridoio, fino a raggiungere gli altri appartamenti.

I condomini hanno provato a ricorrere ai tappi, per risparmiarsi l'ascolto forzato della tv durante la notte, ma senza risolvere alcunché. Anche gli appelli alla signora, che il più delle volte non rispondeva nemmeno al citofono, sono falliti. Nemmeno le badanti della donna si sono mai scomodate ad aprire la porta, e si sarebbe scoperto solo in seguito che le due non sentivano il campanello perché vivevano con i tappi nelle orecchie.

Gli inquilini si sono allora rivolti al figlio della signora, che ha promesso di intervenire. Ma la situazione non è cambiata di un virgola. Anzi, la signora si è giustificata spiegando che di notte doveva seguire l'andamento delle Borse. E non ha raccolto nemmeno il consiglio di usare un paio di cuffie.

Nel frattempo sono iniziate le defezioni: un professionista, esasperato, ha venduto il proprio appartamento per trasferirsi altrove. I più agguerriti, invece, hanno deciso di rivolgersi alla Magistratura. Tre delle famiglie più disturbate dal televisore della signora l'hanno denunciata e contro di lei è scattato un decreto penale di condanna. Questione risolta? Tutt'altro.

L'avvocato della signora  ha impugnato il decreto e, per tutta risposta, gli inquilini si sono costituiti parte civile, chiedendo i danni per un decennio di sonni interrotti: diecimila euro per due delle famiglie e quindicimila per la terza. Due giorni fa l'udienza con rito abbreviato. E la donna, che avrebbe potuto cavarsela con un  centinaio di euro, è stata condannata a due mesi di reclusione e al risarcimento di trentacinquemila euro. Non sarebbero costate meno un paio di cuffie?

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