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Cronaca Castelfranco Veneto

Area K di Castelfranco Veneto; domenica serata tra il noir di Sugarpulp e grandi vini

Si conclude con un successo il progetto di riqualificazione. Alle ore 17,30 happening culturale con Giacomo Brunoro, fondatore con Matteo Strukul del movimento Sugarpulp, e Carlo Callegari, autore di “La banda dei tre”. Vin d’honneur offerto dalla Caneva dei Biasio

CASTELFRANCO VENETO Ultimo appuntamento con l’arte e la cultura domenica 15 ottobre alle 17,30 alla galleria d’arte temporanea “Area K”, in via Filzi 10 a Castelfranco Veneto. Ospiti Giacomo Brunoro, presidente e membro fondatore con Matteo Strukul di Sugarpulp, il movimento simbolo della pop culture a tinte noir del Nord est, e Carlo Callegari, autore di “Che Dio t’aiuti, Bambola!” nel 2011, il romanzo “La banda dei tre” nel 2013 e “Il ritorno dei tre” nel 2014.  In dialogo con Alessandro Zangrando, giornalista del Corriere del Veneto, illustreranno le declinazioni della loro associazione culturale, dal noto magazine omonimo alla convention annuale “Sugarcon”, fino al festival internazionale del Romanzo Storico “Chronicae”.

Per l’occasione verrà anche proiettata l’anteprima del film tratto dal romanzo “La banda dei tre” di Callegari, che uscirà nelle sale cinematografiche nel 2018 e che vede nel cast gli attori Marco Bocci e Francesco Pannofino. Partner tecnico della serata la libreria Ubik di Castelfranco Veneto, mentre  la casa vinicola La Caneva dei Biasio di Riese Pio X offrirà al pubblico una degustazione dei loro migliori vini.

E con questo incontro si conclude il progetto di riqualificazione urbana che ha coinvolto la galleria d’arte temporanea Area K, ideato dall’imprenditore castellano Claudio Caufin e dall’artista visiva Elena Pizzato, alias Ketra. “Doveva durare solo un mese – racconta Caufin - ma visto l’impatto positivo che ha avuto in zona, io e Ketra abbiamo deciso di prolungare fino ad ottobre il progetto e il  risultato sperato è arrivato, tant’è che a dicembre lì aprirà una nuova attività commerciale”. “Dare visibilità attraverso l’arte e la promozione culturale un locale sfitto – conclude - clonando il concept dei temporary shop, è stata un’idea vincente”.

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