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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Mogliano Veneto

Coppia di trevigiani va a spacciare in provincia di Padova: arrestati

Una donna e un uomo residenti a Roncade e Mogliano sono finiti ai domiciliari un controllo dei carabinieri nell'Alta Padovana. In auto avevano tre etti di marijuana e oltre mille euro

Sono usciti di casa, insieme, spostandosi da una provincia all'altra, violando le norme anti contagio. Ecco perché, oltre alla multa è scattato anche l'arresto per una 40enne e un 25enne trevigiani, scoperti con tre etti di marijuana e oltre mille euro.

Il controllo

Sono le 15 di lunedì quando i carabinieri di Carmignano di Brenta fermano in paese un'automobile. Alla guida vi è P.E., 40enne di Roncade. Sul sedile passeggero Roberto Gjoka, 25enne albanese di Mogliano Veneto già noto alla Giustizia. Essendo residenti nella Marca, alla coppia viene chiesto perché si trovino nel Padovano. Le spiegazioni sono abbozzate, i militari capiscono che non c'è alcun motivo di urgenza bensì qualcosa di sospetto. Scatta una perquisizione dell'abitacolo e il possibile motivo della trasferta diventa chiaro: 290 grammi di marijuana in tre ampi sacchetti e 1.100 euro in contanti di piccolo taglio.

Le perquisizioni

Nulla che potesse far pensare a stupefacente per il consumo personale. Anzi, i più tipici elementi dello spacciatore di zona. Il sospetto che la coppia si fosse spostata per vendere la droga a qualche acquirente padovano o rifornirsi di ulteriore stupefacente è suffragato dalla presenza dei contanti, finiti anch'essi sotto sequestro. Mentre i due venivano trasferiti in caserma i carabinieri trevigiani ne hanno perquisito le abitazioni rinvenendo in quella della 40enne un ulteriore grammo di marijuana.

I provvedimenti

P.E. (fino a ieri incensurata) e Gjoka sono stati arrestati per detenzione a fini di spaccio, oltre che sanzionati per il mancato rispetto dei decreti anti Coronavirus. Il pubblico ministero di turno informato dei fatti ha disposto che entrambi venissero ristretti ai domiciliari, mentre le indagini proseguono per risalire ai loro contatti illeciti nel Padovano, motivo per il quale i cellulari dei due arrestati sono anch'essi sequestrati.

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