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Cronaca Santa Bona

Spara ad un rivale del padre e scappa in Italia per chiedere asilo: 29enne finisce in manette

Il ragazzo era fuggito dal Kosovo dopo una lite familiare per questioni agricole, poi sfociata in un'aggressione armata. Il giovane si trova ora in carcere a Santa Bona

TREVISO E' finita in manette la fuga in Italia di un 29enne kosovaro, G.K della città di Grebnik, scappato dal suo Paese d'origine dopo una furiosa lite familiare sfociata poi in un'aggressione armata che ha causato il ferimento di un uomo. Nel 2016, infatti, il ragazzo si era recato presso la casa del padre per aiutarlo in una questione "agricola" che vedeva coinvolto un altro uomo locale. Una discussione che è però presto degenerata, tanto che il ragazzo ha tirato fuori la propria pistola Beretta e ha sparato al rivale per vendetta.

Dopo qualche giorno dal fatto però, il 29enne si è recato in Italia, precisamente a Treviso, cercando di scappare così dalla Giustizia kosovara che aveva posto sul suo capo, grazie all'Interpol, un mandato di cattura internazionale. Nel capoluogo il giovane ha da subito iniziato a "lavorare" come operaio edile e nel frattempo ha persino chiesto asilo presso la Questura trevigiana per cercare di ottenere il permesso di soggiorno. 

Un passo falso evidente però quello di recarsi in Questura, soprattutto perchè il ragazzo ha richiesto la documentazione con il proprio nome originale, fatto che ha subito fatto scattare l'allarme dopo che la polizia si è accorta del mandato di cattura dell'Interpol. E' stata invece più complicata la cattura dell'uomo, questo perchè il 29enne aveva eletto un domicilio fasullo, intestato ad una ignara coppia di anziani trevigiani completamente estranea ai fatti. A quel punto i poliziotti hanno quindi atteso che G.K. si presentasse nuovamente in Questura per ritirare il (finto) documento di soggiorno, arrestando così il latitante che ora si trova presso il carcere di Santa Bona in attesa di scontare la propria pena.

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