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Cronaca

Falsi bilanci per comprare gioielli. Bancarotta: 3 imprenditori nei guai

La Finanza ha arrestato G.A. e sottoposto ad obbligo di firma C.L. e Z.G. Avrebbero presentato bilanci farlocchi per ottenere liquidità

TREVISO Bilanci farlocchi per farsi concedere linee di credito e cospicui anticipi su fatture per comprare brillanti e preziosi. Sono almeno due milioni e mezzo di euro, secondo la Guardia di finanza, i soldi dilapidati in oggetti di valore (come orologi da donna) da un imprenditore finito nei guai. Le Fiamme Gialle hanno arrestato per bancarotta fraudolenta, a conclusione di un’indagine, G.A., 57enne di Monfumo, e sottoposto ad obbligo di firma C.L., 52enne di Castelfranco Veneto e Z.G., 77enne di Taranto. L'arrestato secondo gli investigatori sarebbe ricorso a bilanci societari fasulli per mostrare alle banche una situazione aziendale rosea.

La società fallita, nata nel 2006, con sede legale ad Asolo e filiali secondarie nei comuni di Ceregnano (Rovigo) e Villa del Conte (Padova), si sarebbe anche avvalsa di manodopera occasionale in nero. Gli inquirenti hanno scoperto che nei mesi precedenti il fallimento dichiarato dal Tribunale di Treviso a settembre del 2012, la società aveva acquistato vini, spumanti e salmoni per oltre 260 mila euro con promesse di pagamento postdatate che, chiaramente, non avrebbe onorato.

A fallimento avvenuto, però, non sarebbero stati trovati documenti relativi alla contabilità e gli amministratori sarebbe spariti lasciando nello sconforto creditori e banche truffate. I successivi accertamenti hanno consentito di scoprire che con la repentina chiusura dei locali aziendali nella primavera del 2012, la sede della società sarebbe stata trasferita in una villetta singola a pochi passi dal mare a Talsano, una frazione balneare nel comune di Taranto, dove però non risulta mai essere stata presente un’attività commerciale.

I due imprenditori trevigiani a quel punto avrebbero deciso di dileguarsi, anche formalmente, cedendo le cariche societarie. E' stato così individuato un nuovo amministratore, residente nel Comune di Taranto; persona ultrasettantenne e già rappresentante legale di varie aziende fallite. Lo stesso, due giorni dopo il fallimento era arrivato a sporgere denuncia di furto della contabilità societaria, fornendo agli organi di polizia versioni contraddittorie ed inverosimili.

Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Treviso, grazie all’attività investigativa svolta, hanno smascherato il collaudato sodalizio criminale, e così, alle prime luci dell’alba del 18 febbraio, hanno dato esecuzione alle ordinanze disposte dal gip del Tribunale di Treviso, in particolare gli arresti domiciliari per il primo amministratore e l’obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria per i rimanenti altri due, unitamente al divieto di esercizio dell’attività d’impresa. L’attività è stata eseguita in ambito nazionale avvalendosi anche della collaborazione dei finanzieri del Gruppo di Taranto.

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