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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Facevano saltare in aria gli sportelli Bancomat del Triveneto: sgominata una banda

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Treviso e della Compagnia di Padova hanno eseguito sette misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati residenti nel trevigiano

Sette misure cautelari per altrettanti uomini di origine sinti residenti nel trevigiano. E' questo il risultato di un'operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Bolzano e delle Compagnie di Treviso e Padova, avvenuta alle prime ore del mattino di martedì scorso con l'utilizzo di circa 100 uomini tra reparti speciali quali anche artificieri, cinofili ed elicotteri. I militari hanno dato infatti esecuzione ad un decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Padova in persona del dott. Benedetto Roberti in qualità di Sostituto Procuratore. Quattro quindi gli uomini indagati per i reati di furto aggravato, detenzione e porto in luogo pubblico di armi e materiale esplodente, riciclaggio, ricettazione e incendio, commessi nelle province del Triveneto tra gli scorsi mesi di marzo e luglio. Nell'operazione sono stati poi emessi dal "Tribunal de premiere Instance du Hainaut - Division de Charleroi" anche cinque mandati di arresto europeo a carico di altrettanti soggetti per i medesimi reati compiuti in Belgio nello stesso periodo.

Il provvedimento nasce dalle indagini condotte dal Nucleo Investigativo di Treviso e dalla Compagnia di Padova che hanno consentito di accertare la partecipazione degli indagati agli assalti a numerosi sportelli Bancomat e Postamat, rubando denaro per un totale di circa 320mila euro colpendo le province di Padova, Treviso, Bolzano, Udine e Rovigo, nonché in Belgio. L'indagine è stata dunque di fondamentale importanza in quanto ha consentito di scongiurare la ventilata ipotesi della chiusura notturna di tutti i Postamat del Triveneto. Curioso poi che tutti i furti commessi venivano eseguito con il medesimo "modus operandi" con una prima ispezione dello sportello da colpire poi con un ordigno apposito.

L'esecuzione del decreto ha comunque comportato un intervento massivo in svariati comuni della provincia di Treviso, territorio in cui i soggetti indagati, tutti di etnia sinti, erano soliti variare il proprio domicilio. L'operazione ha inoltro permesso di recuperare e sequestrare un'ingente somme di denaro, oltre 200mila euro, probabilmente derivante dai furti commessi e nascosta in sacchetti della spazzatura all'interno di finte tubature nei giardini di casa. 

Ad essere colpiti dal provvedimento sono stati: il 44enne Emanuele Garbin e il 35enne Maicol Major di Vedelago; il 31enne Jody Garbin domiciliato a Ponzano Veneto come anche il 35enne Johnny Vivian Garbin; il 66enne Maurizio Brusadin di Treviso; il 34enne Gjarvis Major residente a Bruggine (PD) e il 66enne Radames Major, di Giavera del Montello, già capo clan dei giostrai durante gli anni della Mala del Brenta e da poco uscito dal carcere di Milano a seguito di una condanna a 30 anni per rapina e ben 19 sequestri di persona. Tutti loro sono stati poi portati presso le carceri di Venezia, Treviso, Padova e Rovigo, in attesa dei provvedimenti di convalida che sono stati eseguiti nella giornata di venerdì.

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