Christian al giudice: «Non l'ho violentata, è stato sesso consensuale»
Il 21enne di Quinto racconta la sua versione dei fatti prima dell'incidente mortale di Povegliano che è costato la vita a Giuseppina Lo Brutto, 62 anni. Il legale del giovane, Fabio Crea, ha chiesto la concessione degli arresti domiciliari
Stamattina, lunedì, Christian Barzan ha raccontato la sua verità. In una saletta del reparto di ortopedia dove è ricoverato per la frattura del femore sinistro il 22enne di Quinto, che secondo la Procura avrebbe causato il frontale in cui venerdì 7 luglio è morta Giuseppina Lo Brutto nel tentativo di uccidersi e uccidere la ex fidanzata, ha risposto alle domande del gip Angelo Mascolo nel corso dell'interrogatorio di garanzia. Christian, nei cui confronti è stata emessa una ordinanza di custodia cautelare in carcere e che al momento è piantonato in ospedale, ha riportato una versione molto diversa da quella della ragazza che lo accusa di averla violentata e poi aver provocato lo schianto appositamente.
«Io la amo più i qualsiasi altra cosa al mondo, non avrei mai potuto farle del male»: ha detto il ragazzo al giudice prima di entrare nel dettaglio sui fatti di quel venerdì sera. Barzan ha raccontato di essersi visto con Giorgia come era avvenuto già altre volte. «Non l'ho violentata -ha detto- ma abbiamo avuto un rapporto consensuale». Sesso completo avvenuto però senza prendere precauzione. Per questo, racconta il ragazzo, la 21enne si è arrabbiata con lui. «Ha iniziato a strillare e urlare e mi strattonava il braccio mentre guidavo chiedendomi di fermarmi, io ho cercato di divincolarmi da quella presa e la seconda volta che l'ho fatto l'ho accidentalmente colpita alla faccia». Succede tutto lungo la strada che dal parcheggio di Santandrà, dove i due si sarebbero appartati, porta verso il punto dove da lì a qualche minuto avviene l'incidente mortale.
Al gip Barzan racconta di aver visto il sangue sul viso di Giorgia causato dal suo colpo e di essersi agitato. «Viaggiavo ad alta velocità, eravamo molto nervosi. Lei mi ha detto che se non la facevo scendere avrebbe aperto la portiera e si sarebbe buttata di fuori. A quel punto -spiega Christian- mi sono piegato verso destra per controllare la porta dell'auto. Per qualche secondo ho lasciato il volante ed è allora che è avvenuto il frontale. Io non volevo ucciderla». Incalzato dal gip sulle minacce di morte inviata alla ex, Barzan ha spiegato che si sarebbe trattato di messaggi mandati in un momento di grande rabbia, tra il 18 e il 19 maggio, perché la ragazza non avrebbe voluto partecipare ai funerali del nonno di lui, preferendo uscire con amici.
Il legale di Christian Barzan, l'avvocato Fabio Crea, a supporto delle dichiarazioni del ragazzo ha anche presentato una memoria scritta. «Christian ha ricostruito la vicenda con grande dettaglio - spiega l'avvocato - ma le sue condizioni fisiche oggi non erano ottimali. Non solo perché è convalescente dall'operazione al femore ma anche a causa di problemi respiratori causati da una infezione». Crea ha anche preannunciato che domani presenterà al gip una istanza per la revoca della misura cautelare.