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Cronaca

Un trevigiano alla "Biennale" di Milano: ecco l'artista emergente Alberto Curtolo

Organizzata da Salvo Nugnes, con la presenza di ben 164 artisti tra cui anche l'attrice Amanda Lear, l'esposizione è stata apprezzata dal noto critico d'arte Vittorio Sgarbi

TREVISO “Anche nel 2017 avremo le opere realizzate da un selezionato gruppo di artisti del panorama contemporaneo, scelti tra italiani e stranieri, tutti meritevoli di interesse, che proporranno stili e generi eterogenei, all'insegna dello spirito creativo libero e cosmopolita. La presenza d'eccezione di Sgarbi, con la sua autorevole competenza, si riconferma come valore aggiunto e accresce la portata dell'esposizione”. Così apre il discorso di presentazione della Biennale di Milano 2017 il suo organizzatore Salvo Nugnes.

La mostra vede la partecipazione di 164 artisti tra cui, oltre ai già affermati Amanda Lear, Veronica Ferretti e Giovan Francesco Gonzaga, era anche presente l’artista emergente Alberto Curtolo che ha orgogliosamente rappresentato la città di Treviso tra le eccellenze internazionali e mondiali. Inoltre, Curtolo era tra i più giovani artisti partecipanti all’esposizione e  ci ha raccontato che la Biennale di Milano gli ha permesso di venire in contatto con alcuni esponenti dell’arte contemporanea e personaggi di spicco nell’ambito museale italiano; in particolare, ha trovato molto gratificante e produttivo potersi confrontare con Veronica Ferretti e Alberto D’Atanasio, rispettivamente funzionaria del Museo “Michelangelo Buonarroti” e Direttore del “Museo Modigliani”, sull’opera e sui concetti che l’hanno ispirata.

Il giovane artista ci spiega poi del colloquio con il critico d’arte Vittorio Sgarbi, avvenuto sabato 14 ottobre presso Brera Site, nel quale ha partecipato anche Salvo Nugnes: “E' stata un’esperienza unica quella di incontrare un’icona della cultura moderna come il Professor Vittorio Sgarbi” ci dice Alberto che prosegue confessandoci l’emozione e un pizzico di timore reverenziale per la statura accademica del professore, che si è dimostrato gentile e disponibile nei suoi confronti. Il colloquio si conclude con la critica del Direttore Nugnes: “I ricordi e le riflessioni di Alberto Curtolo si riflettono pienamente nelle sue incantevoli opere. Le figure disegnate formano un paesaggio dove si intravede un sole, delle montagne e delle nuvole appena accennate dalle molteplici tonalità di grigio. Sono quadri in cui attraverso sfumature e gradazioni di bianco e nero, viene mostrata una meditazione profonda ed espressiva. La sua è una tecnica in cui sperimenta ed assapora le diverse modalità d’espressione artistica”.

A questo proposito, per quanto riguarda la tecnica, l’artista racconta che il suo obiettivo è stato quello di voler elevare la “street art” degli anni novanta e duemila, da cui ha comunque tratto qualche spunto, rendendola più espressiva e profonda. Ad essa ha poi affiancato un’associazione di elementi tratti dai suoi studi di storia dell’arte, richiamando, ad esempio, le ballerine di Edgar Degas e la consapevolezza con sprazzi di inquietudine propria di George Orwell (“The Big Brother - 1984”). Infine, come ha declamato il professor Sgarbi: “Gli uomini sono mortali, l’arte è eterna”.

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