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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Casier / Via Ippolito Nievo

Operatore positivo al Covid-19, rivolta alla caserma "Serena"

Intervento di polizia e carabinieri, nella mattinata di giovedì 11 giugno, per calmare i 330 profughi presenti all'interno della struttura di Casier che rifiutano l'isolamento

Tensione nella mattinata di oggi, giovedì 11 giugno, all'interno della caserma "Serena" di Casier che ospita attualmente 330 richiedenti asilo (con 9 donne e 9 bambini minorenni all'interno).

La positività al Covid-19 e il ricovero nel reparto di Malattie infettive di uno degli operatori di Nova Facility, cooperativa che si occupa della struttura di accoglienza, ha causato una vera e propria rivolta tra gli altri ospiti del centro accoglienza che si sono inizialmente rifiutati di finire in isolamento, fare i tamponi e venire controllati dal personale sanitario. Tutto ha avuto inizio nella serata di ieri, mercoledì 11 giugno, quando l'operatore della cooperativa, un cittadino di origine afghana da poco rientrato dalle ferie, è stato sottoposto al tampone risultando positivo. Tornato dall'estero aveva manifestato una febbre sospetta. Messo subito in isolamento dentro la caserma, la sua positività ha indotto l'Ulss 2, nella mattinata di giovedì, ad attivare la quarantena per tutti i migranti ed i conseguenti controlli con i tamponi, in programma dal pomeriggio. Gli stranieri, preoccupati di non potersi recare al lavoro, hanno iniziato a manifestare la loro contrarietà, dando vita a un'accesa protesta nel cortile esterno della caserma, davanti al cancello d'ingresso e sporgendosi pericolosamente dalle finestre del primo piano. La rivolta, iniziata verso le 7 del mattino, è andata avanti fino alla tarda mattinata di mercoledì. Sul posto sono dovute intervenire alcune pattuglie di carabinieri, polizia e polizia locale. Non senza fatica le forze dell'ordine hanno riportato la situazione alla normalità.

SerenaCovid

Intervenuta presso la struttura anche un'ambulanza del Suem 118 che ha soccorso uno degli ospiti che aveva avvertito un lieve malore. Nei pressi della caserma "Serena" erano presenti il sindaco di Casier, Renzo Carraretto (arrivato sul posto di prima mattina), ed il primo cittadino di Treviso, Mario Conte che hanno ascoltato in prima persone le richieste dei migranti messi in isolamento, cercando di alleggerire la tensione venutasi a creare in mattinata. Questo il commento del sindaco di Casier. «Chiedo ai miei concittadini di stare sereni, perché è già stata intrapresa ogni precauzione. Appena saputo della positività dell’operatore è stato chiuso tutto, da qui la protesta degli ospiti della Caserma Serena. L’operatore è in reparto malattie infettive in ospedale, ma ha lavorato con tutti i presidi necessari alla tutela della salute di tutti. La grande e tempestiva operatività di tutti, questa mattina - prosegue il sindaco - mi porta a fare un sentito ringraziamento a carabinieri, polizia, vigili urbani e operatori dell'azienda sanitaria per la gestione immediata dell’emergenza. Dalle 13.30 di oggi, come avevo chiesto, sono stati fatti i tamponi a tutti e al più presto sapremo i risultati e i provvedimenti che saranno intrapresi».

Visentin (Fratelli d'Italia): «Chi provoca tensione va espulso»

«Gli italiani hanno sopportato per mesi le leggi che hanno imposto la quarantena e che hanno minato la nostra economia, la rispettino anche i profughi senza alimentare altre pericolose tensioni»: il deputato e coordinatore veneto di Fratelli d'Italia, Luca De Carlo, reagisce così alla protesta degli ospiti della Caserma Serena di Casier, nel Trevigiano, dopo che uno degli operatori della struttura è risultato positivo al Covid-19. «Chi è venuto a contatto con una persona positiva deve essere sottoposto a tampone e rispettare la quarantena: lo stabiliscono le leggi di quello stato che ospita tutti quei signori che questa mattina hanno protestato”, sottolinea De Carlo. “Lo devono fare per tutelare la loro salute e quella di chi può venire a contatto con loro in strada, nei negozi e nei posti di lavoro: si rischia di accendere un nuovo focolaio e di lanciare l'ennesimo allarme sanitario, dopo che mesi di sacrifici hanno portato finalmente a una situazione quasi di normalità. Tutto questo non è accettabile». Gli fa eco il consigliere comunale FdI di Treviso, Davide Visentin: «Questa mattina sono intervenuti gli uomini della Polizia Locale, della Questura e dei Carabinieri per riportare la calma: chi si è reso protagonista dei gravi momenti di tensione deve essere subito identificato ed espulso. Non possiamo ospitare gente disposta a mettere a rischio la salute di tutti per un suo capriccio».

Visentin, in continuo contatto con chi vive nella zona, chiede un segnale deciso da Roma: «I residenti sono esasperati, da anni vivono una situazione ad altissima tensione e i problemi sono quotidiani. Per questo, chiedo all'onorevole De Carlo di farsi portavoce dei problemi di questa zona per farci tornare a vivere in sicurezza e tranquillità». Appello subito raccolto da De Carlo: «Qui si gioca con la vita delle persone. Per anni si è parlato dell'accoglienza diffusa come sistema ideale per gestire l'immigrazione e ancora esistono realtà come la Caserma Serena dove vivono più di 300 persone. È fondamentale intervenire: mi attiverò a Roma e sul territorio per ridare una vita “normale” a chi vive nelle nostre città».

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