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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca San Giuseppe / Via Noalese, 63

Nuovo centro commerciale per l'area ex Marazzato di fronte all'aeroporto

Svelato in questi giorni piano esecutivo con oltre 16 mila metri quadri di superficie: potrà ospitare 13 mila clienti al giorno in molte attività commerciali

TREVISO L'area è dismessa da anni dopo il fallimento dell'auto-salone Marazzato. Ora gli spazi di fronte all'aeroporto, lungo la statale Noalese, potrebbero riaprire i battenti con un nuovissimo parco commerciale. Svelato in questi giorni piano esecutivo - come riporta l'articolo del quotidiano "La Tribuna di Treviso" - con oltre 16 mila metri quadri di superficie potrà ospitare 13 mila clienti al giorno, secondo le stime. Il Gruppo Aliper potrebbe approdare con un supermercato Alì ma c'è spazio per moltissime altre attività e grandi marchi. Ovviamente l'attenzione è puntata anche sul tema viabilità: la statale Noalese è già messa a dura prova dal vicino aeroporto a ridosso della strada, ma si potrebbe realizzare un'accesso, per così dire "diretto" dalla tangenziale.

Un progetto però che non va giù al comitato 'Prima i Trevigiani': "Negli ultimi anni la politica industriale italiana è stata pressochè assente. Non c'è stata una programmazione di sostegno, valorizzazione e rilancio dell'economia reale, del lavoro, delle aziende e delle botteghe. In questa situazione sono così dilagati i centri commerciali, finti indici di solidità economica. Al loro interno vengono venduti sopratutto beni di produzione extra italiana ed i lavoratori sono costretti al precariato più umiliante. Si sono svuotati i negozi delle città, le botteghe sono state surclassate dalle multinazionali e le aziende non hanno più mercato e sono costrette a chiudere. Quello che serve all'Italia secondo noi è una politica economica che guardi al futuro del nostro Paese, con politiche di sgravi fiscali per le piccole e medie imprese, aiuti alle nuove aziende, ripartenza della produzione pesante, dazi ai beni non indispensabili importati sopratutto dai paesi asiatici, una nuova carta del lavoro per ridare dignità ai lavoratori e politiche sulla maternità per le donne lavoratrici. Ma tutto questo deve essere voluto e fatto dal governo italiano, che sembra non sentirci da questo orecchio".

"Veniamo nello specifico di questo nuovo centro commerciale - continuano gli esponenti del movimento - Siamo davvero sicuri che Treviso abbia bisogno di questo nuovo centro? Che abbia bisogno di nuovi negozi a due passi dal centro storico, che altro non faranno se non far chiudere definitivamente quei piccoli commercianti che ancora resistono? Che abbia bisogno di altre migliaia di metri cubi di cemento? Che abbia bisogno di intasare ulteriormente il traffico nella zona dell'aeroporto già messa a dura prova? La risposta a queste domande secondo noi è unica, ed è no! Questo progetto farà si che vengano distrutti i piccoli e medi artigiani e le botteghe della zona, a causa dei prodotti a basso prezzo (e qualità) venduti nei negozi del nuovo centro commerciale, che farà anche aumentare a dismisura il traffico in una zona con già grandi problemi di viabilità, perchè zona fortemente industrializzata che vede anche la presenza dell'aeroporto. Forse l'esempio di Villorba, che ha visto la costruzione ed in pochi anni la chiusura, del centro commerciale 'Willorba', non è servito a molto, ed ora in quella zona restano solo migliaia di metri cubi di cemento ammassati e vuoti. Non vogliamo accada di nuovo".

"Anche la favola della creazione di 90 nuovi posti di lavoro sarà presto smontata, visto che i lavoratori saranno per la maggior parte precari e ci saranno nuovi disoccupati visti i problemi che saranno causati alle botteghe del centro storico, come dicevamo prima - chiosano i responsabili di Prima i trevigiani - Per tutti questi motivi ci schieriamo contro la costruzione di questo nuovo parco commerciale, auspicando che i politici, sempre pronti a difendere a parole (ma non con i fatti come in questo caso) le piccole e medie imprese, prendano seri e concreti impegni con la cittadinanza per far si che questo progetto non si concretizzi. Si pensi piuttosto ad una valorizzazione dei negozi del centro storico di Treviso e delle periferie, vere fonti di guadagno per l'economia reale, ma costretti ogni giorno a sopravvivere ed a fare 'salti mortali' per non dover chiudere definitivamente un'attività che magari portano avanti con la famiglia anche da più generazioni".

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