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Cronaca

Cgil affida ai pensionati il compito di promuovere fusione dei comuni

L'organizzazione sindacale affida al 27% della popolazione trevigiana la promozione della fusione tra gli enti comunali, all'attuale 95

Sono il 27% della popolazione in provincia di Treviso e ad essi la Cgil affida il compito di promuovere capillarmente, nei rispettivi comuni di residenza, la "cultura" della fusione fra enti locali. Sono i pensionati trevigiani la cui componente iscritta allo Spi-Cgil provinciale ha preso parte giovedì, a Treviso, ad un seminario promosso dal sindacato e dedicato ad un'analisi dei bilanci comunali oltre che ad ipotesi di aggregazioni fra le municipalità.

PENSIONATI COMBATTONO LA CRISI CON IL BARATTO

Secondo uno studio della stessa organizzazione sindacale nella Marca trevigiana, oggi divisa in 95 comuni, una riorganizzazione ottimale potrebbe derivare da un accorpamento tale da lasciare in funzione non più di 25 municipi. Questo, è stato detto, anche alla luce del fatto che la metà della popolazione è già oggi governata da dieci sindaci e dunque non sarebbe così traumatico applicare uno stesso rapporto fra amministrazioni locali ed abitanti nel resto del territorio.

Le fusioni, inoltre, è stato rilevato, potrebbero contribuire a ripianare le diseguaglianze, spesso evidenti e anche fra comuni contigui, legate all'applicazione di aliquote differenti nella fiscalità locale. "Andremo a chiedere ai candidati sindaco, in occasione dei prossimi rinnovi amministrativi del 2014 - hanno concluso i vertici della Cgil trevigiana - che posizione abbiano rispetto ad un progetto di fusione con i comuni contigui, in modo tale che questo argomento, su cui manca anche un chiaro indirizzo nella legislazione regionale, diventi centrale nelle rispettive campagne elettorali".

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