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Cronaca Montebelluna

Chiodi lungo il sentiero per le mountain bike: ciclista trevigiano ferito a un piede

L'episodio è avvenuto nella giornata di domenica all'altezza del Passo Croce d'Aune. Un ciclista di Montebelluna ha inavvertitamente pestato un chiodo piantato lungo la strada

Poteva avere conseguenze a dir poco tragiche la disavventura capitata a un gruppo di trevigiani appassionati di mountain bike nella giornata di domenica 16 luglio. Partiti dal rifugio Giorgio Dal Piaz, in provincia di Belluno, i ciclisti hanno iniziato la loro discesa verso Pedavena percorrendo il sentiero 801 del Cai, classificato come Alta Via dalle guide alpine.

Arrivati all'altezza del Passo Croce d'Aune, il gruppo ha notato che il sentiero si interrompeva per lasciare spazio a una strada privata che bloccava il naturale percorso del sentiero. Rallentando la corsa e scendendo con la bici a mano, i ciclisti hanno oltrepassato la zona residenziale senza procedere lungo la strada privata ma avanzando sul prato adiacente, da poco falciato. Tutto sembrava procedere per il meglio quando, all'imbocco di un'area boschiva a pochi metri di distanza, uno dei ciclisti del gruppo (un sessantenne originario di Montebelluna) ha calpestato inavvertitamente un chiodo piantato a punta in su sulla radice di un albero. Una trappola che avrebbe potuto rivelarsi fatale per la salute dell'uomo. Per fortuna, la suola delle scarpe ha limitato i danni  e così il ciclista ha rimediato solo una lieve ferita superficiale al piede. In un secondo momento i ciclisti hanno però notato come quei chiodi non si trovassero lì per caso ma fossero stati piantati intenzionalmente con la punta rivolta verso l'alto per fare del male ai passanti presenti lungo il sentiero. Insieme al ciclista rimasto lievemente ferito c'era anche Luciano Tedesco, guida asolana di mountain bike, con una grande esperienza di sentieri e montagna alle spalle. A suo dire quei chiodi posizionati lungo il sentiero sono stati piazzati dai residenti della zona per provocare gravi danni a chiunque si trovasse a percorrere quella strada. Un pericolo che adesso potrebbe interessare decine di altri turisti che d'estate scendono lungo l'Alta Via bellunese. "La mia speranza", commenta Tedesco che ha denunciato l'accaduto sul suo profilo Facebook ottenendo centinaia di condivisioni, "è quella che i residenti della zona capiscano l'importanza del turismo nel loro territorio e non si abbassino a compiere gesti simili, non solo molto pericolosi per la salute delle persone ma anche nocivi per l'immagine complessiva del territorio".

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